"Il proibizionismo è una scelta politica, un approccio ideologico, costoso e devastante, imposto a livello globale dalle convenzioni dell’ONU, i cui nefasti effetti non ricadono solo sui consumatori di sostanze ma sull’intera collettività - affermano dall'Osservatorio Antiproibizionista che organizza la manifestazione - il proibizionismo ha fallito persino nel principale obiettivo che si era prefissato: ridurre la disponibilità e il consumo di sostanze ritenute illecite. Allo stesso tempo ha alimentato le tasche e il potere di organizzazioni criminali e mafiose, e ha normalizzato, per la gioia delle multinazionali che li vendono, l’uso di psicofarmaci non meno dannosi delle sostanze vietate, a partire dalla cannabis i cui benefici sono di fatto negati persino ai pazienti cui spetterebbe di diritto. L’unico evidente risultato raggiunto dalle politiche proibizioniste sono le decine di milioni di persone che hanno riempito le carceri o sono state condannate a morte per droga. Il proibizionismo è la principale causa di carcerazione nel pianeta, provoca il sovraffollamento dei penitenziari con trattamenti disumani e vittime, imponenti blitz nelle scuole e nelle stazioni spesso solo per qualche spinello, perdita del lavoro e della patente, suicidi e stigmatizzazione. Dopo oltre mezzo secolo di scempi è arrivata l’ora di invertire la rotta, partendo da una corretta informazione e dalla diffusione di buone pratiche, riducendo i rischi del consumo e depenalizzando il possesso il sostanze, mettendo così fine alla repressione, a favore del rispetto dei diritti umani e individuali".
"In Italia il proibizionismo è nato nel periodo fascista ed è stato rilanciato dalla legge Jervolino-Vassalli, resuscitata dopo l’incostituzionalità della norma più repressiva d’Europa, la Fini-Giovanardi, che ha inciso sulle nostre vite per ben 8 anni - proseguono gli organizzatori - per contrastare questo braccio repressivo di decisioni calate dall’alto, nel 2012 è nata dal basso la Rete Nazionale Antiproibizionista 'La fine del mondo proibizionista'. Ne è parte attiva anche l’Osservatorio antiproibizionista-Canapisa crew, che organizza diversi momenti d’incontro, approfondimento e discussione su questi temi, da 18 anni in piazza con la street parade Canapisa. Anche quest’anno invaderemo in massa le strade della città, gioiosamente e a suon di musica per rivendicare i diritti, nostri e di milioni di persone, finché la rotta non sarà invertita. E continueremo a farlo, fino alla fine del mondo proibizionista".
Le regole da seguire
Gli organizzatori hanno diffuso poi una sorta di vademecum con alcune regole che i partecipanti devono rispettare. Tra queste il divieto di utilizzare contenitori di vetro, l'invito ad utilizzare i cestini e a rispettare l'orario di chiusura della manifestazione (mezzanotte), aiutando a ripulire il parco a fianco del carcere, luogo in cui terminerà appunto la street parade.