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Cronaca Vicopisano

Ponte Lugnano chiuso, i commercianti: "Crollo degli affari fino al 90%, così si chiude"

Gli esercenti seguiti da Confcommercio denunciano la situazione, parlando anche di lavori che dovrebbero essere accelerati 

Crollo degli affari e c'è chi chiude. E' quanto denuncia Confcommercio Pisa, circa la chiusura del Ponte di Lugnano. Lo spettro del crollo degli affari per aziende e negozi si sta materializzando secondo l'associazione: "Purtroppo noi lo avevamo detto, se qualcuno non ci credeva adesso dovrà ricredersi. Il quadro è semplicemente drammatico - commenta sconsolato il presidente del comitato Confcommercio dei commercianti di Lugnano Luigi Cecchi - per quanto riguarda la farmacia di cui sono titolare, i mancati incassi ammontano al minimo del 30%, ma ci sono altre realtà che registrano mancati incassi nell'ordine dell'80-90% e comunque le perdite coinvolgono le attività commerciali da Uliveto fino a San Giovanni alla Vena, oltre la zona di Cascina".

Il supermercato da Sara & Badri, a ridosso del ponte di Lugnano dalla parte di Cascina, è fra i più colpiti. Lamenta Rossana Fabbrizzi: "I nostri clienti vengono soprattutto da Lugnano e Vicopisano, e da quando è chiuso il ponte non si vede più nessuno. Siamo costretti a comprare la roba per non tenere il negozio vuoto, ma se non abbiamo clienti la roba si deteriora. C'è poco da fare, senza un aiuto concreto da qui a settembre noi non ce la facciamo a resistere. Da alcuni mesi eravamo riusciti a risollevare questa attività, a creare coinvolgimento e un pacchetto di clienti affezionati, e adesso capita questa mazzata che proprio non ci voleva. Stavamo crescendo, si puntava sull'estate, gli incassi sono crollati del 90%. In una intera mattinata si sono fermate solo due persone, andare avanti così è impossibile".

Rachele Moretti, del Bar/tabacchi di Cucigliana, segnala un calo degli affari del 30% ed è drastica nel giudizio: "Abbiamo costituito il comitato dei commercianti lo scorso novembre proprio per sollevare e risolvere in tempo utile le principali questioni che inevitabilmente sarebbero venute al pettine. Purtroppo non siamo stati in alcun modo ascoltati da coloro che avevano la responsabilità di decidere e realizzare questi lavori, che alla fine hanno agito come se in questi mesi non fosse accaduto nulla. Una scelta che considero grave e che ricade come un macigno sui commercianti e sui loro lavoratori".

"In queste ore - conclude il presidente Cecchi - abbiamo inviato una lettera chiedendo alla Provincia gli orari di lavoro, i turni e quante persone lavorano per turno. Perchè dai nostri sopralluoghi emergono anomalie che, vista l'ermegenza, ci risultano inaccettabili: sabato pomeriggio non lavorava nessuno, questa mattina i lavori non sono iniziati alle sette e la media degli operai che vediamo impiegarti è di due, tre unità. A questa condizioni, invece di anticipare la riapertura del ponte, si rischia persino di andare oltre la data del 2 settembre".

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