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Cronaca

Port Authority Pisa, dimissioni Cda e polemiche, Pisano: "Pretesto per sostituirmi"

Dalle dichiarazioni in tv del consulente Massimo Nitto, con la richiesta di scuse dei membri del Cda, alla risposta finale del presidente Salvatore Pisano

Una tensione esplosa in seno al Cda della Port Authority Pisa ha portato alle dimissioni dei 4 consiglieri, causando la caduta del vertice della municipalizzata del Comune. Ora l'ente opera in via ordinaria in attesa di una nuova direzione, che potrebbe non essere più l'ingegner Salvatore Pisano, dal 2018 alla guida della società quando ancora si chiamava Navicelli spa. Si tratta di una delle società del Comune a cui sono affidati i compiti di manutenzione e gestione del canale navigabile, dell'area portuale e delle sue pertinenze, con competenze nei processi urbanistici, gestionali ed economici per la nautica pisana. 

Ad aver lasciato sono stati: Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio; Barbara Carli, vicedirettrice della Cna; Luisa Azzena, professoressa associata all'università di Pisa ed esperta di diritto amministrativo; Francesco Virgone, avvocato. E' lecito immaginare che i rapporti all'interno della compagine non fossero idilliaci da tempo, considerando il motivo per il quale sono scattate le contestuali dimissioni dei 4 consiglieri, comportando quindi la decadenza di Pisano: alcune dichiarazioni ritenute offensive rese da un consulente della società, l'avvocato Massimo Nitto, in una trasmissione televisiva locale. 

Le parole in tv, critiche "infondate e pretestuose"

Dopo giorni di silenzio - la trasmissione è del 12 novembre - è lo stesso avvocato Nitto a spiegare l'accaduto in una nota. "Quando ho avuto modo di leggere la missiva del 16 novembre sottoscritta dai quattro componenti uscenti dal Cda di Port Authority di Pisa srl, non posso nascondere di aver provato una sensazione di sorpresa mista a profonda delusione ed amarezza: in primis per il cordiale rapporto che mi lega, da anni, ad alcuni di loro, in seconda istanza per l'assoluta e manifesta infondatezza che connota la contestazione che i medesimi muovono al mio indirizzo ossia l’aver proferito 'gravi affermazioni inerenti l'inattività dei consiglieri di amministrazione che rallenterebbero l'operato della società'. Il mio intervento è stato, così come deve essere, un intervento di carattere prettamente tecnico".

Il consulente avrebbe rilevato come "la nuova struttura societaria - da Navicelli a Port Authority ndr - abbia meccanismi decisionali più complessi, in ragione di una sfera di attività più ampia ed articolata (motivazione per la quale il Cda è stato istituito). Conseguenza logica ed ovvia che non può né deve essere letta in senso negativo e/o dispregiativo relativamente al ruolo svolto dai singoli consiglieri. Non può avere tale accezione a meno che non la si voglia, in modo infondato e pretestuoso, attribuire forzando un’interpretazione autentica oltremodo chiara ed inequivocabile. Nessuna critica, quindi, nei riguardi di coloro che, successivamente, hanno sottoscritto l'atto di dimissioni (determinando lo scioglimento del Cda), nessun commento di carattere e/o a sfondo politico rivolto ai medesimi ovvero all’amministrazione comunale di Pisa".

Il caso è scoppiato definitivamente quando all'avvocato sono arrivate le richieste dei consiglieri dimissionari: "Ho ritenuto assolutamente inaccettabile (tanto nel merito quanto per le modalità con le quali è stata articolata) la pretesa di formalizzazione di pubbliche scuse in un comunicato stampa da diramare 'agli organi di informazione provinciali e regionali (con dimostrazione dell’avvenuto invio)' entro le 13 della stessa giornata: in primis perché, come detto, non sono state formulate e/o proferite 'gravi affermazioni' nei confronti di chicchessia e tali da giustificare una richiesta di scuse, pubbliche o private che siano, in seconda istanza perché la richiesta di prendere posizione sulla predetta missiva imponeva in modo ultimativo di farlo nel termine di sole tre ore dalla sua trasmissione al mio indirizzo di posta elettronica (ordinaria): considerato che lo scrivente è quotidianamente impegnato, nelle ore antimeridiane (e talvolta, anche durante quelle pomeridiane) avanti agli Uffici Giudiziari di tutta la Regione, non avrebbe avuto modo, così come non ha avuto modo, di affrontare la questione se non successivamente al proprio rientro presso il proprio studio".

L'auspicio con cui Nitto conclude è che "l’amministrazione, con senso di responsabilità, possa giungere a rivalutare la reale dinamica della vicenda e riabilitare la figura di un presidente (Pisano ndr) che ha sempre agito nell’interesse della partecipata e della città di Pisa mettendo la parola fine su di una vicenda, in alcuni suoi passaggi, paradossale e per la quale mi riservo di valutare ogni più opportuna azione a tutela della mia dignità e del mio decoro, sul piano personale e professionale, ritenendo che gli stessi siano stati lesi dall’inaccettabile attribuzione, alla mia persona, di parole, allusioni, critiche mai formulate né a me riferibili".

Pisano: "Un pretesto per l'allontanamento della mia figura"

Il presidente Salvatore Pisano, in una lettera pubblica, dopo aver ricordato le gravi difficoltà in cui versava la Navicelli e il lavoro svolto negli anni, sul punto condivide "la forte impressione che tale sproporzionato ultimatum - la richiesta di scuse in 3 ore, per un 'o lui o noi' ndr - ha generato in me, al punto di indurmi uno stato di disagio fisico e emotivo. Mai mi sarei aspettato un aut-aut di tre ore a maggior ragione non ravvedendo, in buona fede, alcuna offesa. Ci mancherebbe, sarei prontamente intervenuto. Per questo motivo ho più e più volte rivisto il passaggio del predetto professionista e tuttora non ravvedo alcuna offesa. Anzi, mi pare ci siano stati elogi per tutti. Cosa è andato storto? Non so. Non so davvero".

"Resta singolare comunque osservare come le dimissioni - aggiunge Pisano - mettano in crisi un andamento societario già di per sé provato da emergenze, urgenze e inottemperanze contestate anche a tutti i livelli via pec. Anche per questo, tuttora mi sento provato per essermi trovato improvvisamente esposto ad un immotivato, quanto ingiustificato tiro incrociato sulla base di quello che serenamente io ad oggi considero un mero pretesto che porterà la conseguenza, secondo i rumors non smentiti dal sindaco, all'allontanamento della mia figura che tanto ha dato e tanto ha incardinato in termini di percorsi futuri. Comunque, pur col dispiacere di quanto accaduto non voglio esimermi dal ringraziare tutti per il contributo fattivo ad oggi dato, Cda dimissionario compreso. Attendo con curiosità di vedere chi prenderà il posto di tutti".

Le minoranze in Consiglio comunale: "Vogliamo chiarimenti"

Il nodo appare quindi politico. "Le dimissioni di tutto il Cda - scrive Auletta di Diritti in Comune - e la conseguente decadenza del presidente, il leghista Salvatore Pisano, sono un fatto senza precedenti su cui il sindaco Conti deve venire subito a riferire prima nella Capigruppo e nella seconda Commissione di controllo e garanzia e quindi in Consiglio comunale. E’ evidente che c’è un enorme problema politico che si apre e su cui Conti e il centrodestra devono fare chiarezza non solo nelle sedi istituzionali ma anche davanti alla città. Occorre che i membri del consiglio di amministrazione chiariscano i motivi delle dimissioni pubblicamente e quali sono le criticità nella gestione della società, partecipata al 100% dal Comune di Pisa, da parte del presidente Pisano".

Più nel dettaglio, Auletta spiega che "nelle ultime settimane erano evidenti le tensioni tra lo stesso Pisano e il Comune di Pisa rispetto ad alcune mancate risposte della amministrazione comunale rispetto alla realizzazione di alcuni lavori pubblici nell'area della Darsena, ma non è evidentemente questo il motivo che ha portato a un tale terremoto. Sembra assai poco credibile che le motivazioni che hanno portato i rappresentanti del Cda a dimettersi siano state alcune dichiarazioni televisive dell'avvocato Nitto, consulente legale della stessa società. La questione della gestione di questa società non è e non può essere un fatto privato interno alla maggioranza e soprattutto ai rapporti di forza tra i partiti che compongono la maggioranza a partire da Lega e Fratelli d’Italia, tra i quali non sono mancate tensioni proprio sull'amministrazione Pisano in questi anni".

Il capogruppo Pd Matteo Trapani: "Come presidente di commissione di controllo sulle società partecipate non posso che essere preoccupato per le criticità che sta attraversando questa società e per quello che è avvenuto in questi giorni, che non fa che aumentarne le difficoltà in un settore che dovrebbe invece essere fortemente spinto. Come commissione avevamo in programma un sopralluogo in loco, anche alla luce delle numerose denunce portate avanti dal presidente Pisano. Sarà necessario a questo punto chiedere al sindaco di chiarire quello che succederà nei prossimi giorni e approfondire l'accaduto".

"Ora serve subito un chiarimento amministrativo e politico da parte della maggioranza - conclude Trapani - data la situazione surreale. Amministrativo perché lo stato di difficoltà che sta vivendo ora questa società ci preoccupa non molto se pensiamo che era diventata un'eccellenza solo qualche anno fa grazie anche al grande lavoro portato avanti con l'ex amministratore. Politico perché è necessario capire se tutto ciò coinvolge politicamente la Lega, partito di appartenenza sia del sindaco che del presidente Pisano, con nomi di possibili nuovi presidenti sempre in area Lega e vicini al consigliere Ziello, non potendo certamente permetterci che l'instabilità politica della maggioranza diventi un problema per una delle realtà più importanti del nostro settore produttivo e territoriale".

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