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Cronaca Marina di Pisa

Porto di Marina, Ucic-Prc: "Speculazione con danno milionario per le casse comunali"

La Boccadarno chiede la rateizzazione del pagamento della concessione demaniale "altrimenti fallisce", mentre l'acquisto dei terreni sembra ridursi a solo le aree modificate in modo irreversibile: "Il Comune fa da banca al privato"

La preoccupazione del consigliere comunale Auletta è che dei circa 8 milioni di euro che il Comune di Pisa poteva ottenere dall'intervento del Porto di Marina alla fine non restino che spiccioli, con un evidente danno per le casse comunali. Dal quadro che emerge dalla documentazione degli uffici si nota infatti come la società Boccadarno appaia in equilibrio finanziario precario, tanto da dover chiedere la dilazione del pagamento di circa 500mila euro della concessione demaniale marittima legata all'ordinaria attività portuale.

Il rappresentante di Una Città in Comune-Rifondazione Comunista ha ripercorso nella conferenza stampa di oggi, 14 dicembre, le tappe con cui si sta venendo a realizzare un "cambio di rotta dell'amministrazione, che prima chiedeva alla società l'acquisto totale dei terreni come da convenzione, mentre ora parla solo di un parziale pagamento dell'indennità di occupazione delle aree modificate irreversibilmente durante i lavori. Si configura così un ricatto: il Comune risulta costretto a non chiedere soldi alla società perché altrimenti fallisce, e non può non farlo perché non c'è modo di recuperare nulla dalle garanzie visto che le fidejussioni a copertura dei lavori sono carta straccia".

Rateizzazione concessione demaniale e spettro fallimento

La Boccadarno è in ritardo con il pagamento dei canoni demaniali marittimi per gli anni 2013, 2014 e 2015 per un quantum identificato dal Comune in 496mila euro. Una lettera del giugno 2016 della Boccadarno chiede all'amministrazione il provvedimento perché, dopo le lavorazioni su bonifica e realizzazione del porto, "la società non è stata in grado, per mancanza di fondi, di realizzare la parte speculativa dell'investimento - costruzione e vendita di case e negozi - e così rientrare del proprio investimento e quindi si è ritrovata in uno stato di totale stallo finanziario".

La stessa società specifica che la gestione portuale, dal 2016, "è in grado di far fronte alle spese correnti, fra cui lo stesso canone concessorio", ma ha anche bisogno della dilazione per applicare un piano di ristrutturazione finanziaria. "L'eventuale diniego della nostra richiesta - conclude in premessa la Boccadarno - comporterebbe l'impossibilità di formalizzare l'asseverazione del piano e pertanto la società sarebbe costretta a ricorrere ad altri istituti previsti dalla legge fallimentare".

Acquisto e pagamento indennità terreni nel 2014 diverso dal 2016

La condizione di crisi della società sarebbe alla base del diverso orientamento maturato dall'amministrazione circa la richiesta di pagamento dei terreni oggetto di convenzione urbanistica del 2007 per l'intero intervento. Un comportamento che per Auletta mostra come "la giunta Filippeschi sia debole coi forti, pronta a concedere sconti milionari ai grandi imprenditori, in una situazione in cui la responsabilità politica del problema è della stessa amministrazione, che ha permesso alla Boccadarno, come alla Navicelli, di presentare fidejussioni farlocche per ottenere permessi a costruire".

Nel 2014 un ordine del giorno del 23 dicembre, votato dall'unanimità dal Consiglio Comunale, ribadiva l'intezione ed impegnava sindaco e giunta a "chiedere alla Boccadarno l'adempimento immediato delle obbligazioni derivanti dal contratto e il pagamento del corrispettivo con gli interessi legali, nonché il pagamento dell'indennità di occupazione". Lo stesso documento tracciava le cifre, risalenti ad una lettera del 27 aprile 2012 inviata dalla Direzione Patrimonio alla società: 3,7 milioni per la compravendita dei terreni, 95mila euro per interessi legali dal 6 ottobre 2010 al 15 maggio 2015, 83mila euro di indennità di occupazione dal 1 novembre 2011 al 30 aprile 2012.

"A questi si aggiunge - precisa Auletta - anche l'altra parte degli 8 milioni complessivi, legati alle aree di proprietà della società Gea, in liquidazione, all'89% di proprietà comunale, per altri 4 milioni circa. Per quanto riguarda interessi ed indennità la lettera si riferiva al 2012, dobbiamo quindi considerare quanto potrebbe essere aumetata la cifra oggi, nel 2016".

Da un documento dell'Avvocatura Civica del marzo 2016 emergono le aggiornate indicazioni sul tema. I terreni che Boccadarno potrebbe essere obbligata ad acquistare non sarebbero tutti, diversamente da quanto richiesto in precedenza, bensì solo la parte di aree occupate e irreversibilmente trasformate, per un valore di mercato di 1 milione e 85mila euro. A deciderlo sarà il giudice, una volta avviata la causa presso il tribunale ordinario, "causa che però in tutto questo tempo - incalza Auletta - non è stata mai intentata. Al momento pare che il Comune chiederà un'indennità di occupazione non per tutte le aree, ma solo per quelle 'effettivamente occupate', mentre nulla si sa per l'acquisto dei terreni. A nostro avviso è evidente che potrebbe configurarsi un consistente danno erariale, su cui poi saranno le autorità competenti a dover fare i dovuti accertamenti".

Piano attuativo decennale scaduto: futuro dell'area incerto

I dubbi di Auletta si allargano anche alla programmazione dello sviluppo dell'area: "Tra qualche settimana decadrà il piano attuativo di recupero, approvato dal Consiglio Comunale con la delibera 89 del 14.12.2006, in quanto il termine di validità di questo strumento è decennale, tempo decorso il quale il piano diviene inefficace per la parte inattuata. Anche a questo proposito non è in alcun modo chiaro come la giunta intenda procedere e ancor più grave sulla vicenda vi sia il silenzio più assoluto, cosa che visto quanto sta accadendo sulla vicenda del pagamento dei terreni ci preoccupa non poco".

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