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Cronaca Centro Storico

Logge di Banchi e Largo Menotti: i commercianti raccolgono le firme

Se da un lato i negozianti chiedono iniziative diverse da quelle di natura politica che spesso creano tensioni, dall'altro lato, nella nuova piazza su Borgo Stretto, si auspicano iniziative culturali

Troppa confusione. Troppo caos. E' l'ora di cambiare musica in Logge di Banchi. La richiesta arriva dagli stessi commercianti di Via di Banchi, stufi di iniziative che poco hanno a che fare con il commercio e che generano solo tanto disordine e confusione. Così dalle lamentele sono passati ai fatti, attivando una raccolta firme inviata poi, con tanto di timbro del negozio, a Prefetto, Sindaco, Questore e Confcommercio, per cercare di tornare ad uno stato di normalità. "Pensiamo - si legge nella lettera che anticipa l'elenco delle firme - che Logge di Banchi non sia il luogo più idoneo per accogliere manifestazioni di matrice politica, costellate talvolta da pericolosi momenti di tensione e da altre spiacevoli situazioni di estrema confusione, tanto più organizzate di sabato pomeriggio".

Non bisogna andare troppo indietro nel tempo per ricordare la festa di Futuro e Libertà, organizzata proprio nella suggestiva location delle Logge gli scorsi 16 e 17 settembre, vale a dire di venerdì e sabato, giorni in cui il commercio si rivitalizza. Ma proprio in occasione di uno dei momenti di dibattito di Fli, si dovette assistere ad un lancio di monetine contro gli esponenti del partito, da parte di giovani appartenenti ai collettivi universitari e ai movimenti antagonisti, con tanto di intervento delle forze di Polizia. Momenti di tensione subito dissolti, ma che non sono passati inosservati agli occhi dei proprietari dei vicini negozi che ora chiedono un cambiamento.

"Siamo favorevoli alla realizzazione di mercatini, fiere e iniziative culturali, più consone alla stessa struttura delle Logge e capaci di valorizzare Corso Italia, arteria principale del commercio pisano - proseguono nella lettera alle autorità i commercianti - viceversa, il susseguirsi di iniziative troppo incoerenti con le finalità principali di Corso Italia, oltre a causare sempre più spesso disagi ai commercianti, genera inevitabili fastidi ai clienti stessi dei negozi". In pratica il mercatino ad esempio dei prodotti calabresi oppure mostre di vario genere sono la tipologia di eventi che gli esercenti accettano ben volentieri. Al contrario i momenti di tensione, che spesso solo la politica riesce a creare, sarebbero da evitare: di certo i clienti non gradiscono cordoni di Polizia impegnati a presidiare per evitare rappresaglie o semplici contestazioni.

Ma non sono solo i commercianti di Logge di Banchi a promuovere raccolte firme per far risuonare le proprie idee e le proprie richieste in città. Spostandoci di qualche centinaio di metro, in Largo Ciro Menotti, troviamo negozi attivi e volenterosi di rivitalizzare una piazza attualmente in fase di ultimazione lavori, con una nuova pavimentazione e un nuovo impianto di illuminazione rigorosamente a risparmio energetico. Qui la lista delle firme è lunga e la lettera ha toni più pacati: si tratta di una proposta per rendere la piazza su Borgo Stretto un'arteria vivace nel centro della città. I commercianti si rivolgono al primo cittadino Marco Filippeschi e alla Confcommercio pisana. "Commercianti, studi professionali, cittadini e residenti di Largo Ciro Menotti - scrivono nella lettera - intendono proporre a codesta Amministrazione, una nuova e più idonea destinazione per la piazza in oggetto. La recente ristrutturazione di Largo Ciro Menotti apre lo spazio ad un nuovo e innovativo modo di vivere la piazza stessa, non più con la presenza di banchi del commercio etnico, ma come spazio culturale per presentazioni, luogo espositivo per mostre e quan'altro, all'interno del cuore vivo e pulsante del centro storico di Pisa. Siamo pronti a sostenere con entusiasmo ogni iniziativa così indirizzata".

Due raccolte firme che vanno nella stessa direzione e che racchiudono in sè la voglia di una città migliore, a misura di cittadino, di turismo e di commercio, in un momento particolare, difficile per l'economia, ma nel quale, con uno sforzo in più, si potrebbe riuscire a rendere Pisa ancor più accogliente e forse meno attraversata dalla crisi.

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