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Cronaca

Rebeldìa sul nuovo Progetto Caserme: "Accordo per la speculazione, finalmente dichiarata"

Il cartello di associazioni sostiene la perdurante insostenibilità del piano: "Avremo pochi privilegiati privati o il perdurare dello stato di abbandono"

L' accordo raggiunto fra Comune di Pisa, Demanio e Ministero della Difesa per lanciare un nuovo 'Progetto Caserme' trova la ferma opposizione del cartello di associazioni Rebeldìa, contrario fin dal principio alle idee progettuali varate dalla prima ipotesi di recupero. "Dopo solo 16 anni - scrive in una nota - il Progetto Caserme è a una svolta decisiva: Comune e Demanio avvieranno un 'tavolo tecnico' per elaborare un nuovo progetto. L'obiettivo, l'imperativo guida di quest'amministazione, in accordo con il Ministero della Difesa, è vendere, anzi svendere il patrimonio pubblico".

Il superamento della precedente intesa è per Relebdìa il certificato di quanto detto da tempo: "Nonostante non siano mutate 'le sopraggiunte difficoltà sotto il profilo economico-finanziario connesse alla sostenibilità dell'operazione', queste le premesse giustificative del nuovo accordo che per anni hanno tenuto nello scacco dell'abbandono e del degrado una grande porzione del tessuto del centro cittadino, l'amministrazione persiste nella scelta di privare la comunità di beni di grande valore economico e sociale. Nel 2007 abbiamo denunciato l'irrealizzabilità del Progetto Caserme, così come dal 2014 abbiamo annunciato la sua fine. Inascotalti, oggi come allora, abbiamo chiaro che il nuovo così detto accordo non andrà a buon fine. Sballate le premesse economiche: non esistono studi di fattibilità in tal senso. Sballati i fini: sappiamo bene come il mercato immobiliare non sia in grado di assorbire tali volumetrie. Sballati infine i soggeti con cui si spera di concludere gli affari".

L'irrealizzabilità del primo progetto persisterebbe nel secondo in corso di pianificazione: "Come annunciato alcuni mesi fa dall'assesore Zambito, i possibili compratori saranno i fondi immobiliari della Cassa Depositi e Prestiti, quella cassa che un tempo era di popolo e che oggi non è altro che una società per azioni che ricerca il profitto e non il benessere della cittadinanza e dello Stato. Se tutto va bene 'vinceranno' i pochi privilegiati privati che accederanno a tali fondi di speculazione mentre cittadini e amministrazione avranno perso un valore e una grande occasione. Se tutto va male, perché di garanzie non ve ne sono, perderanno tutti e le caserme rimarranno pezzi militarizzati del territorio per altri decenni in stato di abbandono".

Il ricordo delle associazioni va anche al Distretto 42, sgomberato con la forza pubblica il 22 aprile 2014: "Completamente ignorato il percorso partecipativo che per un anno e mezzo ha coinvolto decine di associazioni e migliaia di cittadini nell'elaborazione di un progetto di recupero alternativo sul piano economico e sociale che realmente potesse valorizzare i migliaia di metri quadri delle caserme, costituirne una funzione sociale e rispondere concretamente e immediatamente ai bisogni reali del quartiere e di tutta la città. Inascoltate le proposte dei cittadini nonostante ci fosse un ampio margine d'inclusione nella nuova formulazione d'accordo. Proposte tanto concrete e fattibili, come dimostrato dai 2 mesi di occupazione del Distretto 42, da dover essere stroncate dalle forze dell'ordine affinché il sogno di rimpolpare le casse del Comune potesse rimanere tale".

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