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Cronaca San Miniato

Tresca tra sacerdote e parrocchiana, la Curia cala il sipario: "Calunnie ridicole"

La diocesi di San Miniato si espone sulla notizia della presunta tresca tra il parroco e la parrocchiana sposata, affermando che si tratta solo di calunnie che ledono la dignità delle persone in questione

Dopo giorni in cui la Diocesi di San Miniato è stata bersagliata e sotto il mirino di stampa e pettegolezzi, cala il sipario sulla presunta storia d'amore clandestina tra il sacerdote e la parrocchiana sposata: la curia smentisce tutto. La vicenda è iniziata un paio di giorni fa, quando il quotidiano 'La Nazione' ha pubblicato la scottante notizia, che vedeva come protagonisti il parroco 45enne della Diocesi di San Miniato e una donna 50enne molto dedita alla vita di chiesa.

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA -  Le frequentazioni tra i due si sarebbero intensificate sempre più, non passando inosservate agli occhi dei paesani che hanno cominciato a mormorare su una possibile storia in pieno stile film "Uccelli di rovo" o "La moglie del prete". Si sa che i pettegolezzi e le malelingue si tengono per mano e corrono più veloci della luce, fino a che non sono arrivate alle orecchie del marito della parrocchiana che precipitandosi in chiesa, pare li abbia sorpresi in atteggiamenti inequivocabili. Sempre secondo quanto riporta La Nazione, il marito infuriato avrebbe preso a pugni il parroco e schiaffeggiato la moglie. La sceneggiata avrebbe richiamato l'attenzione di tutti quelli che si trovavano nei paraggi e poi riportata sui giornali.

"In merito alla ormai nota vicenda apparsa in questi giorni su La Nazione - si espongono dalla Curia -  con rammarico apprendiamo che si insiste nella menzogna, del tutto insensibili alla sofferenza che si arreca a persone innocenti, spargendo falsità a piene mani, col cinismo di chi sembra avere il solo scopo di vendere qualche copia in più del giornale. Ciò che è stato scritto è assolutamente falso. Lo ribadiamo con piena convinzione. Non solo è falso, ma è anche ridicolo, e se non si fosse lesa la dignità delle persone, meriterebbe l’attenzione che si dà ad una barzelletta".

"La Diocesi non fa difese d'ufficio - concludono dalla Curia - ma esige il rispetto della verità dei fatti e se afferma qualcosa ha buoni motivi per farlo. Certamente, è ancora più grave la posizione di chi, a qualsiasi titolo, avesse diffuso notizie non confermate da prove e reso falsa testimonianza al fine di imbastire campagne denigratorie e diffamatorie. Nei confronti di queste persone non è affatto escluso il ricorso a vie legali. Quello che c'era da dire è stato detto. Con questo consideriamo perciò chiusa una vicenda che ci ha portato via anche troppo tempo".
 

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