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Cronaca

No alle politiche per i diritti di gay e trans, il vicesindaco: "L'educazione dei minori alle famiglie"

Raffaella Bonsangue spiega la decisione dell'amministrazione comunale di recedere dall'adesione alla rete 'Ready'

"L'educazione dei minori deve restare di competenza delle famiglie. La fragilità dell’infanzia e dell’adolescenza non può e non deve essere turbata da pregiudiziali ideologiche da cui i bambini devono rimanere immuni per crescere sereni e conquistare la maturità nella piena e libera contezza di sé. Gli orientamenti e le condotte sessuali sono e devono rimanere un fatto privato e frutto di una scelta adulta". E' quanto spiega il vicesindaco Raffaella Bonsangue sulla decisione della Giunta comunale di Pisa di recedere dall'accordo tra Regione Toscana ed enti pubblici locali della Toscana che avevano aderito alla Rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni). La rete aveva il compito di promuovere il confronto e la massima integrazione delle politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali. Una decisione che se da un lato ha incassato l'appoggio del comitato 'Difendiamo i nostri figli', dall'altro lato ha visto il parere contrario di Pinkriot Arcigay Pisa che per domani, martedì 13 settembre, ha organizzato una manifestazione davanti a Palazzo Gambacorti.

La decisione del Comune, tra favorevoli e contrari

Sulla decisione di recedere dall'accordo, da Palazzo Gambacorti sottolineano che "la Giunta comunale ritiene che siano venute meno le motivazioni per l’adesione e che non sia opportuno proseguire in continuità con gli accordi presi dalla precedente amministrazione. Pertanto ha deciso di restituire la cifra di 2.800 euro stanziata dalla Regione per ogni Comune aderente, per la presentazione del programma di attività 'Ready for visibility'".

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