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Cronaca

Riordino Province: firmato l'accordo per il trasferimento di competenze e personale

Regione Toscana, Anci Toscana e sindacati hanno raggiunto un'intesa per fissare i passaggi con cui verranno trasferite le funzioni delle Province alla Regione, insieme alle prime direttive per la ricollocazione dei lavoratori

"Da una Regione concepita come una sorta di 'staterello', quella uscita dalla riforma del 2001, si passerà ad una Regione più presente nei territori, che governa, che fa più amministrazione, più vicina al cittadino". Così il presidente Enrico Rossi, dopo la firma dell'accordo fra la Regione Toscana, Anci Toscana e sindacati Cgil, Cisl e Uil per il trasferimento delle competenze provinciali all'ente territoriale superiore. Fissati anche gli impegni ed i passaggi della riorganizzazione, che si compirà quando il Consiglio voterà la proposta di legge promossa dalla Giunta.

L'intesa è particolarmente importante perché stabilisce anche i compiti di Provincie e Regione per procedere alla ricollocazione dei lavoratori, aspetto reso difficile dai tagli operati dalla legge di stabilità 2015: -50% di risorse per il personale delle province e -30% per la Città metropolitana, con conseguente messa in mobilità. Il documento invita le Province a dichiarare gli esuberi in possesso dei requisiti previdenziali precedenti alla riforma Fornero ed impegna la Regione a prendersi carico del personale impiegato nelle funzioni che da lei saranno espletate. Lo stesso viene previsto per gli altri enti territoriali che dovranno accogliere il rimanente personale.

I diritti maturati dai lavoratori pubblici ne uscirebbero tutelati: salari ed inquadramento rimarrebbero inalterati, salario accessorio e posizione giuridica compresa, ed il trasferimento riguarderà anche gli assunti a tempo determinato ed i cococo. Ancora da definire i criteri ed il numero dei soggetti interessati dal trasferimento, senza che ciò comporti necessariamente un cambio nella sede di lavoro. La Regione aprirà infatti degli uffici territoriali in ogni provincia. Il riordino delle competenze difatti è stato attuato secondo Rossi sulla base dei principi di "vicinanza, adeguatezza e separazione", cercando quindi di mantenere le attività ed i servizi nei luoghi più vicini agli utenti.

Per le attribuzioni l'ente territoriale regionale riacquistera le funzioni provinciali in materia di: agricoltura; forestazione; caccia e pesca; orientamento e formazione professionale, anche turistica; rifiuti; difesa del suolo; tutela della qualità dell'aria e delle acqua; inquinamento acustico; energia. Il Genio Civile sarà presente nei territori e competente per progettazione, manutenzione e polizia idraulica.

Non tutto oro quello che luccica. Al tavolo di lavoro infatti era presente anche l'Upi, l'associazione delle provincie, che ha deciso di non firmare l'intesa. Seppure apprezzato l'impianto dell'accordo, l'Upi ha voluto manifestare il suo disappunto per la non attribuzione della Regione alle province la totalità dei finanziamenti del 2015 (bensì una quota parte), al fine di compensare i grossi tagli del Patto di stabilità. "Noi – ha risposto Rossi – ci siamo impegnati a garantire la nostra quota parte dei finanziamenti alle Province fino al giorno in cui le competenze e il personale resteranno in carico a questi enti. Vorrei ricordare come questa operazione di riordino abbia di per sé un costo significativo (tra i 20 e i 25 milioni) per le casse regionali, è un sacrificio necessario però a dare senso e contenuti a questa riforma".

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