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Cronaca San Giuliano Terme / Via Ulisse Dini

Caso Ragusa, il cerchio si stringe intorno a Logli: troppi indizi contro di lui

Secondo gli investigatori quella caduta dalle scale a pochi giorni dalla scomparsa della donna potrebbe non essere stato un incidente domestico come raccontò Logli. Una intercettazione ambientale raccoglie poi la conversazione con un dipendente dell'autoscuola

Quella caduta dalle scale resta al centro dei sospetti degli investigatori che, da quella fredda notte del gennaio 2012, indagano sulla scomparsa di Roberta Ragusa dalla sua villetta di via Ulisse Dini a Gello di San Giuliano Terme. Pochi giorni prima della misteriosa sparizione infatti la donna cascò dalle scalette che portano in soffitta. Fu lo stesso marito, poi indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere, a riferire agli inquirenti di quell'episodio che lui stesso definì accidentale e che invece la stessa Roberta sottolineò con la parola 'tragedia' sulla sua agenda. Roberta confidò anche alle amiche di essersi spaventata molto e alcune di loro, sentite dagli investigatori, dissero che la donna aveva riferito di "avere temuto che Antonio volesse uccidermi". Per gli investigatori quindi la caduta potrebbe non essere stata un incidente.

Nell'informativa che i Carabinieri hanno inoltrato alla Procura si farebbe riferimento dunque anche a questo episodio, ricostruendo, sotto forma criminologica, le tensioni familiari preesistenti la scomparsa della donna. Gli inquirenti, infatti, ritengono che il movente dell'omicidio sia da ricercare nel rapporto deteriorato della coppia e nell'esistenza di una relazione clandestina tra lo stesso Logli e la ex segretaria Sara Calzolaio.

La notte della scomparsa Roberta potrebbe aver avuto la certezza della relazione tra il marito e Sara, quindi avrebbe affrontato il marito e sarebbe poi uscita in strada dove è stata raggiunta da Antonio nella vicina via Gigli: è qui che è stato visto dal testimone Loris Gozi ed è qui che poco dopo Gozi vede una coppia litigare e sente un colpo forte. Infine, a sostenere le tesi dell'accusa ci sarebbero altri indizi ritenuti importanti: in particolare, la testimonianza di una donna che vede Logli esattamente dove dice di averlo visto Gozi e la simulazione fatta di notte dall'indagato, insieme a un dipendente dell'autoscuola di famiglia, ed entrata negli atti grazie ad un'intercettazione ambientale: una cimice sull'auto di Logli avrebbe infatti registrato le conversazione tra i due.


 

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