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Cronaca Centro Storico / Lungarno Galileo Galilei

Palazzo Franchetti: al via gli scavi per cercare la casa del Conte Ugolino

Secondo la leggenda la dimora dell'aristocratico si troverebbe proprio sotto i giardini del Palazzo, dai primi del '900 sede del Consorzio di bonifica. I primi studi hanno intanto confermato la presenza di 'strutture murarie sepolte'

Alla ricerca della casa del Conte Ugolino. Partiranno la prossima settimana gli scavi archeologici nel giardino di Palazzo Franchetti, che dai primi del '900 ospita la sede del Consorzio 4 Basso Valdarno. Secondo la leggenda sarebbe infatti qui che si trovavano alcune abitazioni dei Della Gherardesca, la famiglia aristocratica che ebbe così tanta rilevanza a Pisa e in tutta la Toscana e che dette i natali al Conte Ugolino di dantesca memoria. "Si tratta di scavi importanti - ha detto il presidente del C4BV, Marco Monaco - che ci permetteranno di recuperare parte della storia della nostra città e che avranno comunque un ritorno importante anche dal punto di vista economico e turistico".

I LAVORI. Complessivamente i lavori di scavo, che saranno effettuati in regime di concessione ministeriale sotto la direzione scientifica di Monica Baldassari e il coordinamento scientifico di Antonio Alberti, dureranno 6 settimane e si concluderanno entro il 27 agosto per un finanziamento complessivo di circa 40mila euro, tutti a carico del C4BV. "Una cifra - spiega la Baldassarri - che servirà per effettuare le operazioni di scavo, ma anche per catalogare e archiviare i reperti, fare un minimo di comunicazione e iniziare le prime eventuali opere di restauro di quella che pensiamo possa essere stata la residenza del Conte Ugolino".

Due saranno le aree interessate dagli scavi: la prima, prospiciente il muro di cinta di Lungarno Galilei nel versante di Vicolo Del Torti, l’altra a circa metà dell’ala del giardino ovest. Per realizzare l'intervento sarà inoltre necessario abbattere i pini che si affacciano sul lungarno e un'abete, mentre rimarranno integre le due magnolie che si trovano nel giardino del palazzo. "Un provvedimento necessario - prosegue la Baldassarri - anticipato solo di qualche anno rispetto alla media di vita di questi alberi. Pochi sanno inoltre che durante i recenti fenomeni ventosi verificatisi a inizio anno, da 2 dei 4 pini si sono staccati alcuni grossi rami che fortunatamente sono caduti all’interno del giardino e non sul marciapiede del lungarno, sempre molto trafficato per presenza di auto e passanti".

LA LEGGENDA. Tutto parte da un atto notarile del 1833, che attesta il passaggio della proprietà dalla famiglia Sbrana ai fratelli Franchetti. Un documento nel quale si precisa che la zona dove sorgeva il piaggione è rimasta per secoli non edificata (l'unica dei lungarni) perché, secondo la tradizione, quella era l’area dove un tempo si trovava il palazzo del Conte Ugolino della Gherardesca, edificio poi distrutto nel 1288 anno della destituzione da Capitano del Popolo e dell'imprigionamento dello stesso Ugolino.

STUDI E 'INDIZI'. Il Consorzio ha mosso i primi passi per un eventuale scavo archeologico già alcuni anni fa. "Nel 2010 - prosegue ancora la direttrice scientifica delle operazioni - sono stati effettuati sondaggi e rilievi che hanno accertato la presenza di strutture murarie sepolte. Oltre a questo ci sono diversi documenti del '500 che posizionano la casa del Conte Ugolino accanto alla chiesa di San Sepolcro, che si trova proprio accanto a Palazzo Franchetti. Chiaramente - precisa Baldassari - come in ogni scavo non possiamo essere sicuri che quello che troveremo sia effettivamente la casa di Ugolino. Ad ogni modo i reperti che troveremo si riveleranno sicuramente utili per ricostruire parte della storia della città e dei lungarni".

NUOVI ALBERI E RESTAURO. Una volta terminati gli scavi, i reperti saranno collocati all’interno del palazzo, mentre per il giardino è prevista un’importante opera di riqualificazione con piantumazione di nuove specie arboree più consone al paesaggio e alla sicurezza in città. Circa 15 pini saranno inoltre piantati all’interno del Parco della Bonifica di La Vettola, una delle sedi operative del Consorzio. "Il progetto - conclude Baldassarri - potrebbe però essere rivisto. Molto dipenderà infatti da quello che effettivamente troveremo una volta completati gli scavi".

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