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Cronaca

'Lotto Marzo': lanciato lo sciopero globale delle donne

L'8 marzo in più di 40 paesi le donne scenderanno in piazza al grido: "Se le nostre vite non valgono, allora non produciamo!". A Pisa il ritrovo alle 17 in Piazza Sant'Antonio

Dopo le giornate di mobilitazione che hanno visto milioni di donne scendere nelle piazze di tutto il mondo, schierandosi contro ogni forma di violenza di genere a seguito della tortura ed uccisione di una 16enne, per l'8 marzo è stato lanciato uno sciopero globale delle donne. La partenza è prevista alle ore 17 in Piazza Sant'Antonio.

Anche in Italia è stato accolto l'appello dal movimento nazionale 'Non Una di Meno', nato proprio dalle donne argentine. Dopo il corteo del 26 novembre, giornata in cui circa 250mila persone hanno invaso le strade di Roma, il movimento ha aderito alla giornata di sciopero dell'8 marzo e si è riunito nelle due giornate bolognesi del 4- 5 febbraio per stilare un "piano femminista antiviolenza".

"L'8 marzo sciopereremo - spiega il movimento - perché non siamo più disposte ad accettare la violenza e lo sfruttamento che ci opprimono e che sono alla base di questo sistema economico e sociale, ingiusto ed eteropatriarcale. Tutti i giorni, a scuola, in casa, sul lavoro, per le strada, negli ospedali, nella rappresentazione dei media, la violenza si manifesta in molti modi: dalla molestia allo stupro, dall'aggressione verbale a quella fisica, dalla mancata tutela del lavoro di cura alle disparità salariali e alla richiesta di dimissioni in bianco, dalla discriminazione nella formazione a quella nello sport, dall’obiezione di coscienza allo stigma morale".

A Pisa il percorso 'Non Una di Meno' si collega alle lotte cittadine anche attraverso la convocazione di un'assemblea cittadina per l'1 marzo, alle 18 al Teatro Rossi Aperto. "Siamo davanti al Santa Chiara - affermano le attiviste - per rivendicare il diritto alla salute di tutte e di tutti. Vogliamo Consultori che garantiscano l'assistenza per le studentesse fuorisede, per le migranti, per le persone transessuali e per ogni donna che abbia necessità di accedere a prestazioni ginecologiche e ostetriche. Vogliamo la piena applicazione della legge 194 relativamente ai servizi gratuiti per la maternità; l'accesso ai contraccettivi e all'interruzione di gravidanza, senza subire né giudizio morale né violenza ginecologica o ostetrica; vogliamo che nelle scuole si educhi alla sessualità, all'affettività e alle differenze".

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