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Cronaca

'Lotto marzo': in piazza anche lavoratrici e studentesse della Scuola Normale

Le manifestanti hanno prima protestato di fronte alla Torre dell'Orologio per poi spostarsi in via Consoli del Mare, di fronte alla mensa della Scuola

Lo sciopero femminista dell'8 marzo, lanciato dalle attiviste del movimento 'Non una di meno', ha coinvolto anche alcune studentesse, ricercatrici e dipendenti della Scuola Normale Superiore che intorno alle 11.30 di stamani, 8 marzo, si sono ritrovate in piazza dei Cavalieri di fronte alla Torre dell'Orologio per poi spostarsi, intorno alle 12.30, in via Consoli del Mare. Qui le manifestanti hanno sottolineato la loro "solidarietà alle lavoratrici della mensa della Scuola Normale" denunciando le loro condizioni di lavoro e "l'assenza di tutele adeguate in seguito al cambio appalto".

"Tutte le sedi della biblioteca - scrive in una nota l'autodefinitosi Gruppo di autocoscienza della Scuola Normale - sono rimaste chiuse per l'adesione delle lavoratrici e dei lavoratori allo sciopero. L'azione di solidarietà alla mensa ha fatto sì che la quasi totalità delle componenti non si recasse a pranzo nei locali della Scuola".

I motivi della protesta

"Ormai da tempo - scrivono le lavoratrici scese in piazza - vediamo il personale della mensa (così come quello di molti altri servizi esternalizzati) protestare contro la situazione molto pesante che sta vivendo. Come allieve, come assegniste, come docenti, ci uniamo alla componente lavoratrice nel contestare duramente il fenomeno dell'esternalizzazione dei servizi (portierato, biblioteca, pulizie, mensa) attraverso le gare d'appalto, che regala milioni di euro delle casse pubbliche a grosse cooperative a grosse cooperative. Ogni cambio d'appalto porta con sé incertezze di ogni tipo, dalla distribuzione di turni e mansioni al mantenimento di certe tutele e delle anzianità maturate".

"Perché la Scuola - proseguono le manifestanti - che pur si vanta di essere un ente di 'eccellenza', non sceglie di internalizzare persone che fanno parte a tutti gli effetti della nostra comunità? E perché quantomeno non offre fin da subito tutele adeguate, pretendendo garanzie ben più stringenti per i prossimi bandi ed esercitando un controllo costante sull’operato delle cooperative? Non possiamo ignorare le difficoltà e il disagio di chi ci serve da mangiare tutti i giorni, ma dobbiamo richiedere tutte insieme tutele e garanzie immediate".

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