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Cronaca

Sciopero della scuola in Piazza XX Settembre: "Basta tagli e precariato"

La mobilitazione, promossa dai Cobas, chiede una riduzione degli alunni per classe e massicci interventi su organici ed edilizia scolastica

Si è svolta a Pisa, oggi 26 marzo, la manifestazione per lo sciopero indetto da Cobas Scuola, promossa da Cobas Scuola di Pisa e Livorno, Priorità alla Scuola e il Coordinamento nazionale dei precari della scuola. In Piazza XX Settembre sono scesi docenti, studenti, genitori e associazioni che hanno chiesto la riduzione degli alunni per classe, l'aumento degli organici e l'assunzione dei precari, più massicci investimenti per l’edilizia scolastica.

È stato ribadito che "durante la pandemia - dicono i Cobas di Pisa e Livorno - sono tragicamente emerse precarietà, inefficienze e disorganizzazioni, conseguenze delle privatizzazioni e del progressivo smantellamento dello Stato sociale. A distanza di un anno sembra di essere di nuovo al punto di partenza, con la scuola che è sempre il primo bene sacrificabile per contenere la diffusione del contagio, indipendentemente da una valutazione del suo ruolo specifico nella riproduzione e diffusione del virus. E’ la logica dell’emergenza infinita che continua a produrre interventi improvvisati e contraddittori in un gioco delle parti tra governo centrale e presidenti regionali. Si chiudono le scuole di ogni ordine e grado per mantenere aperte le attività economiche: da un lato si dice che la situazione è molto grave e bisogna intervenire subito chiudendo un 'servizio essenziale', dall’altro che la situazione non è cosi grave e si possono tenere aperte le attività commerciali e produttive". 

A livello di risorse, per la scuola si deuncia che "le destinazioni principali dei 20 miliardi di euro previsti dal Recovery Plan, che il nuovo governo si accinge a (ri)scrivere, rischiano di allontanarci ancora di più dal modello di scuola pubblica previsto dalla Costituzione. I fondi per la digitalizzazione e il potenziamento della dad con l’adozione acritica delle nuove tecnologie implicano il rischio della trasformazione dei docenti in meri facilitatori di un processo di apprendimento standardizzato gestito dalle multinazionali del web; i fondi per la ricerca e l’impresa rischiano trasformare la scuola in un’agenzia per l’addestramento al lavoro. Occorre, invece, urgentemente invertire la rotta, con un intervento di risarcimento per i tagli decennali subiti e per un rilancio della scuola pubblica che deve partire dalla drammatica constatazione del degrado in cui versa".

Tre obiettivi strutturali puntati: 1) ridurre a 20 il numero massimo di alunni per classe e a 15 in presenza di alunni diversamente abili; 2) garantire la continuità didattica e la sicurezza, assumendo con concorsi per soli titoli i docenti con 3 anni scolastici di servizio e gli Ata con 24 mesi; 3) intervenire massicciamente nell’edilizia scolastica per avere spazi idonei ad una scuola in presenza e in sicurezza.

Hanno partecipato al presidio in Piazza XX Settembre anche altre realtà cittadine come Non Una di Meno, Una città in comune, Sipari Aperti Sempre, Cobas sanità, Rifondazione comunista. Sono stati rievocati temi come il sessismo all'interno della scuola e la mancanza di assunzioni e investimenti nei trasporti e nella sanità pubblica.

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