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Cronaca

Statalizzazione delle scuole, la protesta dei sindacati: "Gestione fallimentare da parte del Comune"

Lo sciopero di venerdì 14 ottobre punta a tenere alta l'attenzione sulla salvaguardia dei posti di lavoro del personale coinvolto nel passaggio

Non si placa la protesta dei sindacati e dei lavoratori di cui difendono gli interessi attorno al tema del passaggio alla gestione statale delle scuole dell'infanzia del territorio comunale pisano. Numerose sigle (Cobas, Cub, Fisascat, UIltucs, Cgil Filcams) hanno organizzato uno sciopero per la giornata di venerdì 14 ottobre, portando le loro ragioni nel presidio di piazza XX Settembre, per farsi sentire e vedere da Palazzo Gambacorti. "In questi anni gli appalti al Comune di Pisa non hanno guardato agli interessi della forza lavoro - affermano i sindacati - e nonostante innumerevoli commissioni consiliari e prese di posizione dei consiglieri di maggioranza e minoranza, non sono arrivati interventi efficaci sui bandi, al fine di migliorare le condizioni salariali delle lavoratrici, accrescendo anche quantità e qualità dei servizi erogati".

"E' il caso non solo della gara delle pulizie - proseguono - ma anche di quella dei servizi refezione, in entrambi i casi avevamo spiegato che la base di partenza di una gara avrebbe dovuto essere una quantificazione maggiore del costo orario del personale e un aumento delle ore contrattuali. Non basta in alcuni casi appoggiarsi a una gara Consip, quando è invece possibile migliorare i contenuti del Bando, non basta garantire genericamente la salvaguardia dei livelli occupazionali, quando si riducono invece le ore contrattuali".

"Ma scelte come quelle da noi auspicate avrebbero determinato aumento di spesa per l'Ente, mentre a prevalere sono state ancora una volta le logiche del risparmio sulla pelle di lavoratrici con contratti a tempo parziale e salari decisamente inferiori a quelli degli enti locali (che sono peraltro i più bassi di tutta la Pubblica amministrazione)". E poi: "C'è da dire che la tanto decantata statalizzazione delle materne comunali sta producendo danni alle lavoratrici degli appalti perché il personale delle scuole che un tempo furono vanto del Comune risulta in esubero, non compreso nella spesa prevista per il futuro appalto".

"Ma si tratta di lavoratrici che da 20 anni operano in questo settore - accusano i sindacati - con grande professionalità e a supporto del personale educativo. A conferma che questo bando avrebbe dovuto essere scritto in termini diversi è che la gara inizialmente è andata deserta, gara divisa in due lotti, uno dei quali, quello delle sporzionatrici, aggiudicato senza incremento di ore e senza rivedere il rapporto tra queste figure e la piccola utenza. I successivi incrementi accordati dal Comune non sono comunque sufficienti a garantire la salvaguardia di tutto il personale, senza dimenticare che si fa riferimento ad un contratto più sfavorevole di quello attuale".

"Questo sciopero si prefigge allora alcuni obiettivi: denunciare gli appalti al ribasso, senza incremento delle ore per personale part time, senza migliorarne le condizioni di vita e quelle retributive; parliamo di chi ha solo poche ore contrattuali a settimana, con le quali le pensioni del domani saranno al limite della indigenza; rilanciare il servizio ausiliario nei servizi educativi".

I sindacati concludono: "Ad oggi siamo ancora in attesa di risposte dal sindaco, che pur ha ascoltato i sindacati e le lavoratrici, senza tuttavia fornire definitive rassicurazioni sull'incremento della spesa da parte del Comune. Noi pensiamo che questo sciopero riguardi anche il personale comunale che potrà, anche senza scioperare visto che la astensione dal lavoro esclude i comunali, far pervenire la propria solidarietà alle lavoratrici degli appalti e della refezione. Perché prima si attaccano le condizioni di vita e retributive delle lavoratrici meno tutelate, come quelle dell'appalto, ma poi l'attacco, all'insegna dell'aumento dei carichi di lavoro e della riduzione dei costi, si allarga anche al personale comunale".

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