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Cronaca San Rossore

Scout a San Rossore, gli ambientalisti non ci stanno: "Luogo non adatto"

La paura dei promotori dell'appello rivolto al presidente della Regione Toscana è che venga danneggiato l'ambiente naturale e che questo evento crei un pericoloso precedente. Il direttore: "Una straordinaria occasione per far amare il nostro Parco"

Un secco no al raduno degli Scout previsto per il mese di agosto nel Parco di San Rossore. E' quello che arriva da un gruppo di studiosi e ambientalisti che hanno lanciato un appello, i promotori sono Fabio Garbari e Alessandro Spinelli, raccolto da importanti personalità tra cui l'ex direttore della Normale Salvatore Settis, Adriano Prosperi e Fulco Pratesi.

I firmatari dell'appello hanno sottolineato l'assoluta incompatibilità dell'evento con l'area naturale, indipendentemente da ogni possibile tentativo di mitigazione del danno, visti gli assoluti pregi ambientali che fanno di San Rossore una delle aree naturali di maggior interesse conservazionistico in Italia ed in Europa.

"L'evento non è compatibile con la vocazione protezionista del Parco e non può in alcun modo svolgersi nella Tenuta di San Rossore - affermano i promotori - chiediamo che i livelli direttivi del Ente e della Regione prendano atto di questo segnale che viene da centinaia di cittadini e da molti di coloro che nel mondo scientifico sono i maggiori conoscitori della Tenuta, avendo dedicato la vita allo studio e alla tutela dell'Area. Rifiutiamo ogni accusa di eterodirezione o impostazione ideologica, tanto che, rendendoci conto dell'impossibilità di bloccare un iter già così avanzato, ci siamo permessi di proporre altre aree all'interno del Parco Naturale, altrettanto idonee dal punto di vista logistico, ma ben meno delicate sul piano della biodiversità come Coltano o alcune zone di Tombolo".

Gli ambientalisti riassumono poi l'impatto che il raduno nazionale Agesci avrà sulla tenuta, sottolineando anche il precedente che questo evento creerà e la paura che San Rossore si trasformi in un grande parco pubblico.
"Il raduno - dicono - si svolgerà su 74 ettari di San Rossore, lungo il viale che da Cascine Vecchie porta a Cascine Nuove, prevede: 30.000 ragazzi tra i 17 e i 21 anni, collocati in 10.000 tende, in cinque 'sottocampi' ciascuno di 6000 persone; 2000 adulti in un campo tende per la gestione delle attività connesse alla manifestazione; una piazza di 4000 mq con un presidio sanitario; due palchi  (di 10 x 8 e di 6 x 4 mq); un magazzino per i generi alimentari;  una segreteria; 1400 (millequattrocento!) servizi igienici di tipo chimico (220 in sei zone), 80  dei quali nell’area centrale, da vuotare due volte al giorno tramite autobotti; 750 docce e 750 lavabi con rete di distribuzione idrica fornita dall’acquedotto comunale (405.000 litri d’acqua ogni ora), con scarichi nel bosco; un’area di 5 ettari con una tenso-pagoda per 500 persone; spazi espositivi coperti per mostre, biblioteca, cinema, stampa. Per la cerimonia di apertura, di chiusura e di una veglia serale verrà montato un palco 'di grandi dimensioni' con muri laterali alti 12 metri; fari e altoparlanti collocati sui pini con portata luminosa e sonora di incalcolabile effetto, e tante altre cose ancora".

DIRETTORE DEL PARCO. Sulla questione interviene il direttore del Parco Andrea Gennai che risponde così al gruppo di ambientalisti e studiosi. "Tutti i pareri sono rispettabili ma è curioso che questi esperti abbiano già le idee chiare sul previsto impatto di tale Route, pur non avendo nemmeno visto il progetto - afferma Gennai - hanno infatti visionato solo la versione non definitiva dello studio di incidenza e sinceramente mi sembra poco per poter giudicare. Nessuno di loro ha chiesto chiarimenti o informazioni, sentendosi evidentemente già sicuro del proprio parere. La Conferenza dei Servizi composta da tutti gli enti coinvolti esaminerà il progetto definitivo che deve ancora essere consegnato e quindi anche noi dobbiamo ancora valutare. Vedremo cosa ne uscirà. Quello che non è accettabile è però il pregiudizio che emerge dall’appello, che allude a non precisate logiche politiche e addirittura commerciali la cui origine non si capisce proprio dove sia".

"Potrei certamente nascondermi dietro al fatto che il permesso per realizzare la Route l’ha rilasciato il presidente della Regione senza consultare preventivamente il Parco. Invece credo - e lo dico da uomo di sinistra, non credente e lontano dagli Scout mille miglia - che questa route sia una straordinaria occasione per chi, come me, crede nella conservazione della natura come ad una vera e propria religione - prosegue Gennai - una straordinaria occasione per mettere nella testa e nel cuore di questi 30.000 ragazzi un po’ di conoscenza e di amore per il nostro Parco, per le nostre foreste, per i nostri meravigliosi animali. La sfida dei parchi come il nostro è proprio questa: confrontarsi con l’uomo, facendolo vivere nella natura cercando sempre più la perfetta sostenibilità". "Chi dice che i Parchi non son luoghi per manifestazioni come queste (ovviamente una tantum, ma qui si parla di una Route ogni 30 anni!) - conclude Gennai - temo non sappia quasi nulla delle strategie di conservazione e di educazione ambientale".

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