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Cronaca

Protesta in centro delle femministe: "Ci state ammazzando" scritto su Ponte di Mezzo

Azione in centro a Pisa, come annunciato, da parte di Non una di meno per una nuova 'passeggiata arrabbiata'

Si è svolta come previsto l'azione in centro a Pisa del movimento femminista Non una di Meno, ieri sera 7 novembre, in vista della giornata internazionale contro la violenza maschile e di genere del 25 novembre. La 'passeggiata arrabbiata' ha visto le attiviste schierarsi sul Ponte di Mezzo, con l'apposizione sui lati dei nastrini rosa e anche una scritta a terra: "Ci state ammazzando". 

"Abbiamo attraversato le strade e le piazze del centro - scrive il gruppo pisano - dove troppo spesso dobbiamo fare i conti con molestie, battute inopportune, sguardi e commenti sessisti, per non parlare della minimizzazione e dello scherno quando proviamo ad alzare la nostra voce, denunciando una situazione che ci fa sentire a disagio o in pericolo. Siamo tornate sul Ponte di Mezzo, il centro della nostra città, dove già a settembre avevamo affisso un nastro fucsia per ogni donna e persona della comunità Lgbtqia+ uccisa nel 2023. Quei nastri erano stati tolti pochi giorni dopo, lasciando che il ponte diventasse un autosalone all'aperto, luogo di esposizione privilegiato per un marchio automobilistico. Ieri sera abbiamo aggiunto una frase per terra, rivolta a tutta la cittadinanza, alle istituzioni, alla politica, a tutti gli uomini che quel ponte lo attraversano ogni giorno e pensano che la questione della violenza di genere non li riguardi perché loro non sono maschi violenti".

Quel 'ci state ammazzando' "lo vogliamo gridare a gran voce, perché l'Osservatorio nazionale di Non Una di Meno, conta ad oggi 103 femminicidi lesbicidi e transcidi compiuti nel nostro Paese nel 2023. Non vogliamo più contarci morte e domandarci quando e chi sarà la prossima. Per questo il 25 novembre saremo a Roma per una manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere, un corteo che farà sentire la sua voce contro questo governo misogino, sessista e discriminatorio, che ci vede come incubatrici ambulanti, che non riconosce l'omogenitorialità, che incoraggia e finanzia l’escalation bellica, che discrimina e marginalizza le persone povere".

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