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Cronaca

Sgombero Bigattiera, Rebeldìa e Africa Insieme: "Corsa contro la Corte, è discriminazione"

Il ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo non è stato trattato perché lo sgombero è avvenuto prima che la sospensione fosse valutata. Insieme alle dichiarazioni del sindaco è dimostrata per le associazioni la discriminazione verso i rom

La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo impossibilitata a valutare la fondatezza della sospensione dello sgombero dai tempi del provvedimento decisi dall'amministrazione. E' questa la prima accusa che Rebeldìa ed Africa Insieme muovono nella conferenza stampa di stamani davanti al Comune, per quanto complessivamentela sensazione espressa è quella di una sostanziale discriminazione ai danni della popolazione rom di Pisa. 

IL RICORSO. Dispone la Corte: "Riceviamo il vs. dossier nel quale domandate alla Corte, ai sensi dell'art. 39, di sospendere l'esecuzione del provvedimento del Sindaco di Pisa di sgombero del campo (…). Mentre stava esaminando il dossier, la Corte è stata informata del fatto che lo sgombero si era concluso. In ragione di questo, la vostra domanda (…) non è stata trattata".

Per le associazioni è un certificato di responsabilità di Comune e Prefettura. "I giudici di Strasburgo - affermano Rebeldìa e Africa Insieme - non hanno né accolto né respinto la domanda presentata dai rom. Si sono limitati a constatare che, ormai, non era più possibile intervenire perché le ruspe avevano completato il loro lavoro".

"Le istanze volte a ottenere misure sospensive devono essere ricevute, di norma, il prima possibile dopo l'adozione del provvedimento, in modo che la Corte abbia il tempo di esaminare la questione" scrivono i magistrati. La notifica dello sgombero agli abitanti della Bigattiera "è avvenuta venerdì 25 settembre - spiegano le associazioni - in prossimità del week-end, quando gli studi legali e gli uffici sono chiusi. Una perfetta strategia in modo che nessuna opposizione potesse essere fatta".

"L'avvocatessa Alessandra Ballerini di Genova, e l'avvocato Gianluca Vitale di Torino, in appena due giorni sono riusciti comunque a presentare la domanda di sospensione dello sgombero. Nella mattinata di mercoledì però le operazioni di sgombero sono andate avanti, come se si volesse arrivare prima della Corte Europea".

Lo sgombero del campo rom della Bigattiera

LEGALITA'. Continuano le associazioni: "I tempi di attuazione dell'ordinanza sono stati costruiti in modo da rendere impossibile qualunque forma di ricorso. Di fatto si è impedito che un atto della Pubblica Amministrazione passasse al vaglio dei tribunali e della giustizia: e su questo dovrebbe riflettere chi parla a sproposito di legalità".

Le finalità dello sgombero sarebbero quindi diverse dal rispetto della legge secondo Rebeldìa ed Africa Insieme. A dimostrarlo ci sarebbero altri particolari. "Nell'ordinanza si legge che lo smantellamento della Bigattiera si rendeva urgente per motivi igienico-sanitari, un'urgenza ben strana, visto che il campo esiste dal 2003".

Sono le parole del sindaco Filippeschi pubblicate sulla sua pagina Facebook a preoccupare di più gli attivisti. Così il sindaco: "La presenza di popolazione rom e di altre etnie in accampamenti e in alloggi del territorio di Pisa è squilibrata rispetto a quella di altre province: è stata diminuita, e si deve diminuire ancora".

"Dunque i rom in quanto rom - attaccano le associazioni - assieme a non meglio specificate 'altre etnie', sono un problema in sé, indipendentemente da quel che fanno, indipendentemente da dove abitano, anche chi vive in un alloggio fa problema. È una intera 'etnia' che deve essere 'ridotta di numero'. Come si vede, il problema non è la legalità, e nemmeno le condizioni igienico-sanitarie della Bigattiera: il punto è il disprezzo che il Sindaco mostra nei confronti di un intero gruppo di suoi cittadini. E a casa nostra questo si chiama discriminazione".

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