Don Bosco, sopralluogo di Fratelli d'Italia-An: "Condizioni critiche, serve un nuovo carcere"
Diverse le criticità riscontrate: "Personale sotto organico e problemi strutturali. Mancano garanzie sia per i lavoratori che per i detenuti che vogliono intraprendere un percorso di recupero"
"Il carcere Don Bosco va dismesso, serve costruire una nuova struttura penitenziaria in grado di garantire la sicurezza di chi ci lavora". Sopralluogo questa mattina, venerdì 6 ottobre, alla casa circondariale di Pisa degli esponenti locali, regionali e nazionali di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.
"Una visita - spiegano l'onorevole Achille Totaro e il consigliere regionale Giovanni Donzelli - che arriva dopo le diverse sollecitazioni che abbiamo ricevuto da parte dei sindacati di Polizia Penitenziaria. Le condizioni che abbiamo trovato all'interno del carcere sono drammatiche, ingiuste ed inadeguate sia per le persone che lavorano al suo interno, sia per tutti quelli che vogliono invece intraprendere un percorso di recupero".
Diverse le criticità riscontrate da Fratelli d'Italia-AN. "Innanzitutto il personale - spiega Filippo Bedini, consigliere comunale di Nap-FdI-An - che è ampiamente sotto organico rispetto a quello che sarebbe necessario, con i lavoratori che svolgono perciò il loro ruolo in condizioni di difficoltà estrema. A questo si sommano poi le condizioni in cui versa la struttura con alcune parti che sono addirittura pericolanti: il carcere è ormai vecchio ed è inutile insistere con interventi di riqualificazione o manutenzione, serve costruire una nuova casa circondariale. Questo sarà uno dei punti del nostro programma per le amministrative 2018: fare pressione sullo Stato affinchè venga costruito un nuovo carcere".
Secondo FdI-AN ci sarebbe anche un problema relativo all'eccessiva presenza di detenuti stranieri rispetto alle altre carceri italiane. "Se nelle altre carceri gli stranieri sono circa il 40% dei detenuti totali - afferma ancora Bedini - a Pisa la popolazione straniera è pari al 70%, quindi ampiamente sopra la media nazionale. Questo genera forti tensioni tra le varie etnie che si trovano all'interno della struttura". "In condizioni del genere - concludono Totaro e Donzelli - non sorprende che si sia verificata anche una rivolta tra i detenuti: il Don Bosco va chiuso e al suo posto va costruita un'altra struttura penitenziaria. Se così non sarà ci saranno altre rivolte".