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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ricerca: dal Cnr alla cima del vulcano Baekdu, pronto a riprendere la sua attività

Un gruppo di ricercatori del Cnr di Pisa e delle Università di Firenze, Pisa e Palermo effettueranno una spedizione in Corea del Nord per monitorare la situazione del vulcano tra i più grandi e pericolosi dell'Asia

Tredici ricercatori del Cnr di Pisa e delle Università di Firenze, Pisa e Palermo studieranno il vulcano Baekdu, tra i più grandi e pericolosi dell'Asia e situato in Corea del Nord. L'iniziativa fa parte del progetto che prevede la 'Formazione universitaria, lo studio, il monitoraggio e le valutazioni di risorse geotermiche' del vulcano coreano. I ricercatori italiani lavoreranno in condizioni estreme con temperature che toccheranno anche i 50 gradi sotto zero e con limitatissime possibilità di accedere ad internet.

"Questa missione ha dei risvolti sociali e politici enormi - ha detto la direttrice dello Igg, Sonia Tonarini - perché per la prima volta uno staff di ricercatori occidentali seguirà un intero progetto in Corea del Nord con una permanenza in loco di oltre un anno". "Abbiamo ricevuto le crescenti preoccupazioni delle autorità nordcoreane pervenuteci attraverso la nostra ambasciata - ha detto il coordinatore del progetto Antonio Caprai dello Igg-Cnr - e dobbiamo fare un intenso monitoraggio del vulcano che risulta dormiente dal 1903, ma alcuni recenti segnali geosismici indicano una possibile imminente ripresa dell'attività vulcanica".

Gli esperti nordcoreani valutano probabile, in linea con le previsioni internazionali, un'eruzione esplosiva del Baekdu entro il 2014-2015. "In caso di effettiva nuova eruzione - spiegano i ricercatori -, lo scenario prospettato vedrebbe effetti preoccupanti per le emissioni solide e gassose verso la penisola coreana e per le inondazioni derivanti dallo sversamento dei 2 miliardi di metri cubi di acqua del lago sommitale del vulcano, ma anche, in ragione della direzione prevalente dei venti nella regione, per il trasporto di ceneri e gas/fumi verso la Russia nella zona di Vladivostok, e verso il Giappone nell'area di Hokkaido".

"Il vulcano è perennemente coperto di neve, è alto 2744 metri e ha un lago di 14 km di diametro e profondo circa 300 metri - spiega il vulcanologo Alessandro Sbrana dell'Università di Pisa - e le eruzioni in questo caso sono particolarmente esplosive". I ricercatori si adopereranno anche nella formazione di personale universitario in loco e porteranno con loro le esperienze di protezione civile maturate in America latina".
 

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