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Cronaca

Balneari: gli stabilimenti pisani vincono i ricorsi sui 'supercanoni'

Concluso il contenzioso con Comune e Agenzia del Demanio. Al centro delle querelle legale gli importi dei canoni demaniali degli anni 2009 e 2010

E' finito con il riconoscimento delle istanze dei balneari pisani il lungo contenzioso che ha visto contrapposti i gestori dei bagni, supportati dal Sib e dall'ufficio legale di ConfcommercioPisa, a comune di Pisa e Agenzia del Demanio. Al centro delle querelle legale gli importi dei canoni demaniali degli anni 2009 e 2010, richiesti ad una ventina di stabilimenti ed incassati all'epoca dei fatti dal comune di Pisa, importi aumentati esponenzialmente in base all'applicazione dei nuovi criteri di mercato (valori Omi) relativamente alle opere di difficile rimozione insistenti sull'area affidata in concessione.

Rispetto alla sentenza del 9 ottobre 2017, con cui il Tar Toscana aveva accolto il ricorso dei balneari, disponendo per tutti l'annullamento degli ordini di introito di questi supercanoni, il comune di Pisa e l'Avvocatura di Stato hanno mostrato acquiescenza decidendo di non impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. "Ciò vuol dire che la sentenza è immediatamente esecutiva - spiega con soddisfazione Fabrizio Fontani del Sib Confcommercio - gli associati avranno la possibilità di ottenere i rimborsi di questi importi già pagati ma in realtà non dovuti. La nostra è stata un'azione difensiva che è costata soldi, lavoro e tanta fatica, ma siamo stati costretti a impugnare questi ordini di pagamento che noi abbiamo sempre considerato illegittimi e che adesso anche la legge considera tali. Ora c'è da vincere un'altra importante battaglia: quella contro la direttiva Bolkestein".

L'indebito incremento applicato dal comune di Pisa ha comportato un aumento annuo del canone dovuto in media del +56%, con punte massime superiori al 90%. Cifre importanti, che in alcuni casi hanno pesato notevolmente sui bilanci di micro imprese familiari e che alla luce della vicenda giudiziaria appena conclusa, dovranno essere restituiti. "Se il comune di Pisa - chiosa il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli - non avesse mantenuto un atteggiamento di chiusura totale al dialogo e la presunzione assoluta di ragione, non sarebbe stato necessario aspettare questo lungo arco di tempo e questa battaglia legale. Come Confcommercio esprimiamo la nostra piena soddisfazione per l'esito della vicenda".

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