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Cronaca Cisanello / Via Giuseppe Moruzzi, 1

Precari Cnr, stabilizzazioni ancora al palo: "Intanto i contratti stanno scadendo"

I ricercatori tornano a denunciare la loro situazione all'indomani dell'incontro che si è svolto a Roma con il Dipartimento di Funzione Pubblica

"La situazione è poco chiara e ancora in divenire. Intanto alcuni contratti stanno già scadendo". Continua la mobilitazione dei precari del Cnr, dopo le varie proteste portate portate avanti in questi ultimi mesi, l'ultima delle quali il 21 febbraio al cinema Arsenale. Questa mattina, venerdì 23 febbraio, si è svolta una conferenza stampa alla sede del Cnr di Pisa, in via Moruzzi. "La Legge di Stabilità approvata a dicembre - spiega una delle precarie, Stefania Pieroni - ha assegnato fondi per 13 milioni di euro nel 2018 e per 57 milioni di euro l'anno a regime. Risorse che bastano però a stabilizzare solo la metà dei precari di tutti gli enti di ricerca nazionali, che sono in totale circa 8.800. Per quanto riguarda il Cnr i precari in tutta Italia sono 4.500 e i fondi assegnati bastano a stabilizzarne 2700".

La legge approvata, con i successivi emendamenti, prevede che per poter essere assunti siano necessari almeno tre anni di precariato all'interno dei vari enti di ricerca, svolti anche con tipologie contrattuali atipiche. Ieri, giovedì 22 febbraio, alcuni delegati, sostenuti dall'Usb, hanno incontrato a Roma il Dipartimento di Funzione Pubblica. "Abbiamo parlato con Maria Barilà - spiega ancora Pieroni - una delle più strette collaboratrici del ministro Madia. Barilà ci ha detto che è stato richiesto, ad ognuno dei vari enti di ricerca, un documento che illustri il numero di aventi diritto alla stabilizzazione e i fondi che ogni ente è in grado di mettere a disposizione. La legge prevede infatti che ognuno di loro debba obbligatoriamente cofinanziare al 50% le stabilizzazioni. Il 28 febbraio, in base a questo documento, i fondi stanziati dovranno essere ripartiti tra tutti i vari enti di ricerca nazionali".

Al momento il Cnr non ha però ancora redatto il documento. "Ci è stato detto - prosegue Pieroni - che l'ente è in attesa di sapere come verranno ripartiti i fondi. Insomma c'è una sorta di 'rimpallo' tra Dipartimento di Funzione Pubblica e Cnr: il primo dice di essere in attesa del documento del Cnr, mentre il Cnr aspetta di sapere come verranno suddivisi i fondi tra i vari enti di ricerca nazionali". La sensazione è comunque che la situazione non si sblocchi prima delle elezioni del prossimo 4 marzo. "E' un pò quello che ci ha fatto capire anche il nostro presidente nazionale, Massimo Inguscio. Chiaramente - spiegano i precari - in base al risultato delle votazioni lo scenario potrebbe cambiare sensibilmente".

Sarebbe invece più chiara la situazione degli altri enti di ricerca nazionali. "All'incontro di ieri a Roma - spiegano ancora i precari - oltre al Cnr erano presenti anche altri enti di ricerca: Asi, Inaf, Indire e Crea. Loro avrebbero già pronto il documento richiesto dal Dipartimento di Funzione Pubblica. Probabilmente, essendo enti più piccoli, per loro è stato più semplice". I precari non risparmiano infine critiche al ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, candidata del Pd nel collegio senatoriale di Pisa. "Le abbiamo più volte chiesto di essere incontrati - spiegano i precari - e questo quando la Legge di Stabilità non era ancora stata approvata e si poteva ancora fare qualcosa per assumere quanti più precari possibili, ma lei non ci ha mai voluto ricevere".

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