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Cronaca

Biblioteche universitarie: lavoratori proclamano lo stato di agitazione

Dalla Filcams Cgil la preoccupazione per il futuro del posti di lavoro

Dopo lo sciopero dell’8 marzo, i lavoratori delle biblioteche universitarie si sono riuniti in assemblea. “La situazione non è chiara e le parole del rettore uscite a stampa sabato scorso non danno garanzie occupazionali” dice Francesca Grassini della Filcams CGIL di Pisa.

“Non comprendiamo per quale ragione la questione sia trattata dall’Università di Pisa come una scelta tra esternalizzare o fare concorsi per assumere personale. Da anni l’Università ha esternalizzato un servizio all’interno delle biblioteche, dove lavorano attualmente 27 persone, la maggioranza da oltre 15 anni. Il servizio integrativo all’interno del Sistema Bibliotecario di Ateneo non si sovrappone alle mansioni del personale bibliotecario interno. I concorsi per le assunzioni di bibliotecari dell’Università rispondono invece alla carenza di personale interno. Avvicinare ogni volta i due argomenti ci fa solo pensare che si voglia fare molta confusione sulla situazione dell’appalto delle biblioteche. Ma sia chiaro qui la questione è che l’Università sta facendo una scelta precisa: vuole lasciare a casa circa la metà dei lavoratori esternalizzati!” prosegue Grassini.

"Se c’è apertura al dialogo, è necessario capire quale apertura. Se ogni volta che si parla del problema servizi integrativi di biblioteca, Unipi avvicina la questione concorsi, vuole dirci che vorrebbe internalizzare il servizio? Questo argomento non è mai emerso ad alcun tavolo - sottolinea la sindacalista - eppure la Filcams CGIL di Pisa ha aperto un tavolo di confronto con Unipi da febbraio 2023 sulla futura gara delle biblioteche e l’unico punto fermo fino a dicembre scorso è sempre stato la salvaguardia dell’occupazione. Poi improvvisamente tutto è cambiato e si è deciso di intervenire sui lavoratori più fragili, quelli in appalto, sui quali si può pensare di tagliare, di risparmiare dopo anni ed anni di servizio, perché questi lavoratori si considerano solo una voce a bilancio”.

“Noi chiediamo la salvaguardia occupazionale e reddituale di tutti i lavoratori dell’appalto nel futuro capitolato di gara - conclude - non ci stiamo e proclamiamo lo stato di agitazione per percorrere ogni strada sindacalmente perseguibile a tutela dell’occupazione e del reddito".

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