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Cronaca Palaia

Fanghi nocivi nei terreni agricoli, il Comune di Palaia: "Stop allo spandimento"

L'amministrazione comunale chiede di bloccare tutte le autorizzazioni fino a che le indagini non faranno chiarezza. Coldiretti: "Se c'è qualcuno che ha sbagliato deve pagare"

Si sente colpito nel cuore il comune di Palaia dopo la notizia della scoperta di un traffico illecito di rifiuti che vedeva lo spandimento di fanghi nocivi e dannosi per l'ambiente e la salute anche nel pisano, nei terreni agricoli di Palaia e di Peccioli.

E proprio l'amministrazione comunale di Palaia annuncia l'intenzione di chiedere alla Regione Toscana di bloccare o quantomeno sospendere i decreti autorizzativi di spandimento fanghi in atto e di riservarsi di costituirsi parte civile in qualità di parte offesa.
"La pratica di uso in agricoltura dei fanghi è consentita dalla legge a condizione che gli stessi, oltre che ad essere sottoposti a trattamento e concimanti, non contengano sostanze tossiche e nocive per l'uomo e l'ambiente in generale - affermano dall'amministrazione comunale - dalle notizie giunte relative all'indagine si evidenzia come alcuni fanghi sparsi negli anni scorsi anche sul nostro territorio potrebbero non rispondere a queste caratteristiche. Fatti come questo mettono in evidenza come l'attuale normativa sullo spandimento dei fanghi in agricoltura debba essere aggiornata e rivista. Le amministrazioni comunali al momento hanno pochissimi margini per intervenire nei confronti dei proprietari dei terreni e delle aziende. Questo limite è ben emerso recentemente in occasione dell'annunciato spandimento di fanghi in località Pianello, che pur autorizzato non è stato effettuato proprio in virtù del forte interessamento dell'amministrazione comunale e della ferma opposizione della popolazione".
Il Comune di Palaia chiede inoltre la costituzione di un tavolo con gli uffici regionali per concordare le modalità di controllo e monitoraggio, anche dopo il rilascio del titolo autorizzativo, delle attività di spandimento. "Per tutelare le nostre comunità questo coinvolgimento del territorio è sicuramente necessario - concludono dal Comune - e proprio per avere maggior peso su queste decisioni lo affronteremo in un quadro unitario come Unione Valdera, anche a livello di strumenti urbanistici".

Si uniscono alla voce dell'amministrazione comunale di Palaia anche i sindaci della Valdera che chiedono agli enti preposti alla vigilanza della gestione dei fanghi di depurazione per lo smaltimento in agricoltura il massimo sforzo possibile per evitare che un'attività di questo tipo possa costituire un pericolo di deterioramento della qualità ambientale dei terreni agricoli coinvolti e con essi più in generale della qualità ambientale del territorio. I primi cittadini chiedono al legislatore di rafforzare l'apparato normativo che disciplina tale materia affinchè si dotino i soggetti deputati al controllo di tutti gli strumenti giuridici per monitorare in profondità la filiera del recupero dei fanghi di depurazione in agricoltura anche al fine di prevenire illeciti e reati di carattere ambientale. "Eserciteremo il nostro ruolo di Sindaci di un territorio dalla indiscussa qualità ambientale in modo che i nostri cittadini ed i nostri figli possano goderne pienamente oggi ed in futuro".

Sulla vicenda interviene poi Coldiretti Pisa: "L’attività dello spandimento fanghi in agricoltura è una pratica consentita e ben regolamentata. Il materiale che viene sparso deve essere accompagnato da tutta la documentazione necessaria che ne certifichi il tipo di trattamento da cui deriva il fango, da relazioni geologiche ed agronomiche che ne attestino l’idoneità dei terreni allo spandimento. Se c’è qualcuno che ha sbagliato deve pagare perché qui c’è in ballo la salute dei consumatori e la credibilità di un’agricoltura responsabile, consapevole e sana. E su questi aspetti non ci possono essere ne' omissioni ne' sconti. Coldiretti sarà al fianco delle aziende agricole danneggiate da questa vicenda qualora si confermasse la loro completa estraneità”. 

Infine Maurizio Brotini, segretario di Cgil Toscana, e Roberto Bardi del dipartimento ambiente Cgil Toscana si dichiarano sgomenti: "Anche in Toscana sono presenti comportamenti da criminalità organizzata rispetto alla gestione dei rifiuti, sia industriali che urbani. C'è un problema su come intervenire dal punto di vista del controllo del territorio e dal punto di vista legislativo per garantire maggiori controlli su tutto il ciclo dei rifiuti sia urbani che industriali, servono soluzioni altrimenti anche nella nostra regione ci ritroveremo svariate tonnellate di materiale nocivo da noi prodotto e smaltito in modo irregolare. Ringraziamo le forze dell'ordine per il lavoro svolto e invochiamo una riflessione da fare col sistema delle imprese e della politica, per trovare modalità di gestione oculata del ciclo dei rifiuti urbani e industriali”.
 

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