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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ospedale, trapianto di fegato a Pisa su paziente emofiliaco: è il 4° al mondo

L'intervento ha interessato un 35enne ed è perfettamente riuscito. E' stata necessaria la coordinazione di numerosi professionisti, tanto che la preparazione e l'operazione ha coinvolto 150 fra medici, infermieri ed altri operatori sanitari

Un eccezionale trapianto di fegato è stato recentemente eseguito con successo a Pisa su un 35enne affetto da una rara forma di emofilia, detta di Von Willebrand tipo 3. E' il quarto caso mai registrato al mondo. Erano oltre 10 anni che procedure del genere non venivano effettuate a causa degli scarsi risultati ottenuti. L'intervento stavolta è stato possibile grazie ad una preparazione e pianificazione minuziosa che ha impegnato, in tutto, oltre 150 professionisti. Un successo che apre nuove porte per casi come questo: la patologia espone il paziente ad un elevatissimo rischio di emorragie incontrollabili o, al contrario, di complicanze trombotiche irreversibili durante e dopo le procedure chirurgiche.

Il paziente è un giovane di 35 anni, seguito sin dalla nascita al Centro di riferimento per le malattie emorragiche dell'Ospedale Gaslini di Genova diretto dal dottor Angelo Claudio Molinari. Successivamente interessati anche il professor Antonino Picciotto e la dottoressa Simona Marenco dell'Unità operativa di diagnosi e terapia delle epatopatie e dell'ambulatorio del trapianto di fegato dell'Irccs San Martino-Ist di Genova. Il paziente aveva infatti sviluppato una cirrosi epatica virus-correlata ormai in fase terminale.

L'intervento, eseguito alcuni mesi fa, ha visto in prima linea dell'Aoup i chirurghi Davide Ghinolfi, Giuseppe Arenga e Daniele Pezzati, che hanno eseguito l'intervento con la collaborazione della dottoressa Nadia Cecconi (Unità operativa di Ematologia), del professor Aldo Paolicchi e della dottoressa Laura Caponi (Laboratorio di Patologia clinica), della dottoressa Lucia Bindi, del dottor Gianni Biancofiore e della dottoressa Alicia Graciela Spelta (Unità operativa di Anestesia e Rianimazione del trapianto). Poi anche i chirurghi Paolo De Simone e Laura Coletti, oltreché i colleghi del nosocomio genovese.

franco filipponi-3"L’eccezionalità dell'intervento - sottolinea il professor Franco Filipponi (in foto), responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia epatica e del trapianto di fegato dell’Aoup - sta, oltreché nell’essere stati in grado di portare a termine con successo un intervento dagli enormi rischi e criticità potenziali, nell’essere riusciti a coordinare una complessa macchina organizzativa in cui anche il più piccolo degli ingranaggi era indispensabile per il successo della procedura. Professionisti di èquipe e addirittura ospedali diversi, hanno lavorato in perfetta sincronia, come solo pochi centri di eccellenza possono garantire".

"Il mio ringraziamento - conclude il professore - va a chi, quella notte e nei giorni successivi, ha reso possibile la riuscita dell'intervento con un impegno continuo ed eccezionale, ben oltre quello richiesto dai normali contratti di lavoro. Non solo quindi ai medici direttamente impegnati nella procedura ma anche a tutto il personale medico ed infermieristico della sala operatoria, del coordinamento e della degenza protetta della nostra unità operativa, dei laboratori impegnati negli indispensabili quanto continui dosaggi ematici, del personale della farmacia e del servizio di trasporto dei campioni biologici dell'ospedale".

La rivista American Journal of Transplantation, la più prestigiosa del settore, riconoscendo l’eccezionalità dell'intervento pubblicherà un articolo sul caso eseguito a Pisa, ritenendo la metodologia seguita un esempio che apre nuove prospettive di cura ad altri pazienti nelle medesime condizioni. "A diversi mesi dal trapianto il paziente sta bene - comunica Filipponi - non manifesta più la complicanza della cirrosi epatica e può abbracciare con maggiore tranquillità e fiducia nel futuro i suoi figli".

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