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Cronaca

Trovare lavoro a tempo determinato come commessa a 21 anni: "Un'impresa"

La lettera di una giovane studentessa a Pisa: "Perché le aziende non danno opportunità?"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una giovane studentessa che chiede più apertura alle imprese verso chi cerca lavoro, anche solo temporaneo.

"Sono una ragazza di 21 anni. Sono prossima alla laurea in lingue e letterature straniere, inglese e russo in particolare. Essendo una studentessa fuori sede (nella mia città non c'è l'università) e proveniente da una famiglia modesta, i miei genitori hanno dovuto sacrificare molto della loro vita per permettermi di studiare. Il problema che voglio esporti probabilmente sarà trito e ritrito, ma non ci credi davvero finché non ci sbatti la testa.

Non pensavo che fosse così difficile trovare un lavoro a tempo determinato come commessa in un negozio. Visto che il prossimo inverno sarò laureata e quindi fino a settembre non potrò accedere ai corsi della specialistica, era mio desiderio trovare un lavoro appunto come commessa. Da luglio ad oggi ho sostenuto innumerevoli colloqui, sia nella mia città natale che in quella in cui studio, per grandi catene franchising di abbigliamento, catene sportive e di cosmesi, di cui ovviamente non sto a dire i nomi, tanto ci siamo intesi, no? Colloqui di gruppo, colloqui singoli, prove di vendita, prove di gruppo… Di tutto, insomma! Fare colloqui a destra e manca, ovviamente mi ha fatto anche spendere un sacco di soldi di treno e benzina, ma ero fiduciosa: "almeno uno su dieci me lo sarò guadagnato, no?". Naturalmente no. Tutti colloqui con esito negativo.

Quello che mi domando è: ma cosa ci vuole per fare colpo su queste persone delle risorse umane? Ho provato davvero tutte le tattiche: sono stata sincera, ho parlato di me stessa e di quello che mi piace fare, dei miei studi, dei miei periodi all'estero. Ho sostenuto colloqui in cui gente giovanissima delle risorse umane, massimo 27-28 anni, mi ha chiesto se fossi disposta a rinunciare ai miei sogni, cioè laurearmi alla specialistica, per ottenere un posto nel loro negozio.

Certo, le mie esperienze lavorative non sono molte, ho fatto la bibliotecaria e insegnato italiano all'università durante il periodo Erasmus nel Regno Unito. Non ho mai fatto esperienza nel settore della vendita, ma perché non dare un'opportunità? Non stiamo parlando di contratti a tempo indeterminato, ma di contratti di due-tre mesi, quindi se una persona non ti piace come lavora, non dovrai tenerla per sempre. Non sopravvaluto le mie capacità, non pretendo che mi facciano manager del negozio non appena vi metto piede, chiedo semplicemente che mi venisse data un po' di fiducia, quel che basta per essere assunta per due mesi e lì dimostrare davvero chi sono e di cosa potrei essere capace, se poi non dovesse andare amen. Almeno ho avuto la possibilità di provarci.

Sono tre anni che ormai abito da sola, lontana dalla famiglia e dopo che mi sarò laureata non vorrei non essere costretta a tornare a casa con i miei genitori. Allo stesso tempo non voglio vivere ancora a loro spese senza che io né studi né lavori. Sicuramente penserai "beh, questa ha scoperto l'acqua calda: si sa che in Italia non c'è lavoro", ma devo davvero trasferirmi a Londra per fare la commessa, la barista o la cameriera o la parrucchiera, o tutto quello che vuoi? Devo davvero continuare a leggere cartelli in negozi di cover per telefoni che scrivono "Cercasi giovane commessa con esperienza pluriennale"? Ma dove la fa sta gente giovane questa esperienza pluriennale?

Ho voluto raccontare la mia esperienza perché sono certa che questa situazione non riguarda soltanto me, ma anche altre/i giovani ragazze/i e continuare a sensibilizzare grandi e piccole aziende che offrono lavoro a mettersi nei panni di coloro che si candidano per quella posizione e sono disposti a dare tutto per offrire il miglior servizio possibile, se solo fosse data loro la possibilità di dimostrarlo.

Una giovane ragazza senza esperienza pluriennale che vorrebbe fare la commessa"

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