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Cronaca

Espulso tunisino che minacciava attentato a Pisa: aveva contatti con foreign fighters

L'uomo aveva annunciato la data della sua morte sul suo profilo Facebook. Sono così scattate immediatamente le ricerche da parte dei Carabinieri che sono riusciti a rintracciarlo

E' stato espulso, su provvedimento del prefetto di Pisa, Bilel Chiahoui, il 26enne tunisino, irregolare sul territorio nazionale e senza fissa dimora, gravato da numerosi precedenti penali in materia di stupefacenti, sospettato di voler eseguire un attentato terroristico a Pisa.
Il provvedimento scaturisce dagli elementi raccolti nell’ambito delle attività condotte dai Carabinieri del Ros al fine di prevenire e contrastare il fenomeno dei cosiddetti 'foreign fighters' e 'lone wolves'.

Nei confronti del tunisino sono emerse infatti evidenze della sua vicinanza ideologica all’estremismo jihadista e all’organizzazione terroristica 'Stato Islamico', anche con legami documentati con due foreign terrorist fighters tunisini recentemente deceduti mentre combattevano nel teatro di guerra siro-iracheno.

In particolare, nei giorni scorsi, il monitoraggio del suo profilo Facebook, aggiornato con la foto del tronco di un uomo intento ad armare una pistola, ha permesso di notare la pubblicazione da parte del tunisino di attestati di stima e condivisione della scelta effettuata dai due combattenti 'martiri', indicati tra i “pochi uomini veri che aveva conosciuto” e come “leoni” (termine frequentemente utilizzato nella propaganda jihadista per indicare il mujahidin) nonché di fotografie celebrative degli stessi, dei quali affermava di voler emulare le azioni.

Nella notte scorsa il 26enne aveva postato, sul suo profilo Facebook, un messaggio dal quale si intuiva l'intenzione di porre fine alla sua vita in quello stesso giorno (11 agosto). E' stata così avviata dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Pisa una vera e propria caccia all’uomo che ha portato a rintracciarlo in un'area boschiva nel quale si era rifugiato.

Chiahoui non risulta abbia frequentato moschee in Italia, aveva fatto ingresso nel territorio nazionale nel 2013 al fine di frequentare un corso di studi presso l’Università di Torino, ottenendo un permesso di soggiorno per motivi di studio non più rinnovato nel 2015.

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