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Cronaca

Un ponte per...e Fratelli dell'uomo per l'assegnazione degli spazi di Via Pisano a Rebeldìa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

In ogni popolo una piccola percentuale di persone decide di lottare per un mondo migliore, di sacrificare il proprio tempo, devolvere il proprio salario e la propria sicurezza, talvolta con il rischio di perdere la vita, per i diritti umani e la giustizia sociale. Queste sono le persone che Un ponte per... e Fratelli dell'Uomo hanno incontrato in paesi tormentati dalla povertà, dallo sfruttamento economico e ambientale e dalla guerra. Le abbiamo ascoltate e abbiamo cercato di amplificare il loro messaggio, di sostenere le loro associazioni e attività con progetti di cooperazione, di portarli in Italia perché potessero raccontarci di persona le loro lotte, e anche allontanarsi per qualche settimana dalla pressione o dal pericolo in cui vivono quotidianamente. A Pisa, lo spazio che li ha ospitati è stato il progetto Rebeldía, con altre 30 associazioni che hanno accolto le nostre iniziative, radunando spesso centinaia di persone per ascoltare testimonianze da Palestina, Ira
 q, Bolivia, Senegal... Questa partecipazione numerosa che raccoglievamo in Via Battisti, questa sincera volontà di ascoltare e condividere istanze e problemi apparentemente così lontani da noi, non era affatto scontata. Tant'è che, nonostante numerose realtà cittadine ci siano state vicine e abbiamo prestato i loro spazi per realizzare alcune piccole attività, da quando Rebeldía non ha una sede - nove lunghi mesi - quella stessa atmosfera di condivisione e contaminazione reciproca non si ripete. Non abbiamo più nemmeno un luogo dove lavorare quotidianamente con i nostri volontari e stagisti.

Da Roma e Milano, i referenti nazionali delle nostre associazioni avevano accolto con soddisfazione l'accordo raggiunto con l'amministrazione comunale a gennaio 2011, per lo spostamento del Progetto Rebeldía nei locali di Via Andrea Pisano entro l'estate, ma si sentono oggi traditi dal silenzio del Comune di Pisa. A questa istituzione che pur continua a riconoscere il valore sociale e culturale delle nostre iniziative, si impegna con noi per avviare progetti di cooperazione internazionale e patrocina nostri eventi, chiediamo per coerenza l'assegnazione diretta della sede di Via Andrea Pisano alle associazioni del Progetto Rebeldía.

Ci incoraggia la vicinanza delle comunità migranti, voce locale dei popoli con cui costruiamo ponti di pace, che hanno trovato anch'essi in Rebeldía uno spazio aperto per riunirsi, incontrare ragazze e ragazzi italiani, celebrare le proprie feste, discutere delle proprie esigenze, rivendicare i propri diritti. Da ultimi i membri della comunità araba hanno cercato il nostro sostegno per organizzare le prime feste cittadine del Centro Culturale Arabo, un progetto che intende portare a Pisa arte e cultura laica del mondo arabo. Anche per loro serve spazio a Pisa, uno spazio aperto attraversabile dalla città e non solo da 32 associazioni, come quello che Rebeldía progetta di costruire in Via Andrea Pisano.

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