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Cronaca

Università e ricerca: l'Ateneo pisano secondo in Italia nel ranking dell’Arwu di Shanghai

L'università di Pisa si piazza tra il 150° e il 200° posto al mondo e conferma la sua leadership a livello nazionale, in un contesto generale che ancora una volta penalizza le istituzioni del nostro Paese

L’Università di Pisa continua a essere presente sul podio del prestigioso Academic Ranking of World Universities, elaborato dalla 'Jiao Tong' University di Shanghai e giunto nel 2015 alla 13° edizione.

L’Ateneo pisano si piazza tra il 150° e il 200° posto al mondo, insieme a quelli di Milano, Padova, Roma 'La Sapienza' e Torino, ma confrontando le schede delle singole istituzioni emerge che Pisa, tra le Università italiane, è in effetti in seconda posizione, dietro solo alla Sapienza. Ancora più in basso, tra il 201° e il 300° posto, si collocano le Università di Bologna, di Firenze e il Politecnico di Milano, mentre altri 12 atenei sono tra il 301° e il 500° posto.

L’Università di Pisa ribadisce la sua tradizione di eccellenza anche per quanto riguarda il macro settore delle Scienze naturali e matematiche, dove si piazza tra il 101° e il 150° posto al mondo, e i campi disciplinari della Matematica, in cui è prima in Italia e tra il 76° e il 100° posto al mondo, della Fisica, dove è tra il 101° e il 150°, e della Chimica, tra 151° e 200°.

In generale, l’Italia piazza 20 atenei tra i primi 500 al mondo, perdendo una unità rispetto allo scorso anno, in una classifica dominata dalle università degli Stati Uniti, con 146 tra le prime 500, seguite dalla Germania (39), dal Regno Unito (37) e dalla Cina (32).

"La classifica di Shanghai è la più autorevole al mondo per ampiezza di parametri e per metodologia utilizzata - ha commentato il rettore Massimo Augello - conferma i risultati già emersi dagli altri principali ranking elaborati da istituti internazionali, a partire dal QS di Londra, che posizionano l’Ateneo pisano ai primi posti in Italia e individuano un gruppo molto ristretto di università stabilmente al vertice della graduatoria nazionale. Purtroppo questo scenario interno si colloca nell’ambito di un contesto generale che ci vede ancora una volta penalizzati a livello internazionale, riuscendo a mantenere una buona qualità media, ma perdendo progressivamente le nostre punte di eccellenza".

"A questo proposito - continua Augello - ricordo che per un certo periodo l’Italia ha avuto una sua rappresentante nella top 100 e che solo fino a due anni fa l’Università di Pisa e La Sapienza erano nella fascia più alta tra 101° e 150° posto. Come era facilmente prevedibile e come gli atenei stanno denunciando da diverso tempo, questi risultati sono la conseguenza inevitabile della costante diminuzione di risorse destinate alle università, che rischia di condannare il nostro sistema universitario e della ricerca a una progressiva marginalizzazione internazionale".

"Mentre l’Italia - conclude Augello - non ha alcuna università tra le prime 150 al mondo, infatti, ben 16 nazioni piazzano almeno una loro istituzione tra le prime 100, con la presenza sempre più massiccia di realtà emergenti - quali per esempio Singapore, la Corea e il Brasile - che, al contrario di quanto avviene nel nostro Paese, continuano a investire ingenti risorse nel settore".

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