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Cronaca Ponsacco

Enologia, azienda di Ponsacco spopola al 'Vinitaly': ecco i vasi vinari in cocciopesto

Presentati al Vinitaly i nuovi strumenti di produzione del vino hanno generato tanta curiosità e già fioccano le richieste di collaborazione. Le caratteristiche costruttive dei vasi permettono una particolare ossigenazione dei liquidi

Lo stand 'Drunk Turtle' è stato preso d'assalto al 'Vinitaly' dello scorso marzo. La società con sede a Ponsacco ha presentato alla rassegna internazionale i primi vasi vinari al mondo realizzati in cocciopesto, un materiale che consente una innovativa micro ossigenazione del liquido contenuto all'interno. Una grande novità nel panorama enologico, che ha già attratto le attenzioni di produttori francesi. Intanto, dopo i test eseguiti dalla stessa azienda, ad effettuare una sperimentazione sull'ossigenazione e la cessione di metalli pesanti è una spin-off dell'Università degli Studi di Verona, con una relazione che sarà resa pubblica nelle prossime settimane.

Artefici dell'invenzione sono il designer Moreno Chiarugi, l'avvocato Duccio Brini, proprietario di una tenuta vinicola a Montalcino, il Conventino, e Mario Poggianti, imprenditore toscano. Il cocciopesto nasce dalla mescola cruda di laterizi macinati, sabbia, legante cementizio, scarti lapidei, acqua, fibre di canapa e di cotone, che una volta seccata dà vita ad un materiale resistente e poroso, naturale e traspirante, che non ha bisogno né di cottura, né di forni regolati in base delle dimensioni dell'oggetto che si intende creare. Una grande novità, a cui si aggiunge la forma, internamente ovoidale come quella delle anfore in terracotta, che facilita la condensazione dei gas della fermentazione e la creazione di moti convettivi utili al mosto, e le dimensioni, più ampie di quelle delle anfore tradizionali.

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