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Cronaca

Violenza sulle donne, aumentano le richieste di aiuto: i dati 2018

Accolte 394 donne contro le 276 del 2017. Quasi la metà ha tra 18 e 39 anni

La Casa della Donna di Pisa ha presentato ieri, 20 novembre, i dati 2018 dell'attività del centro antiviolenza. Si tratta di un appuntamento ormai tradizionale, che fa il punto sulla situazione in provincia per quanto riguarda il contrasto alla violenza di genere, in vista della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre.

Nell'anno appena trascorso sono state accolte 394 richiedenti aiuto, un netto aumento rispetto il 2017, quando furono 276. Il 74% sono italiane e quasi la metà ha un'età compresa tra 18 e 39 anni. Ad essere aumentate maggiormente sono le richieste della fascia d'età 30-39: +25%. Il quadro quindi testimonia una maggiore e più precoce consapevolezza di vivere in una condizione non fisiologica di un rapporto. "Il trend - spiega la responsabile del centro antiviolenza Giovanna Zitiello - è confermato dagli altri centri presenti della rete Dire. Ci si rivolge prima ad un centro antiviolenza e ciò significa che si abbassa anche la durata delle condizioni problematiche, dato che sono in maggioranza casi ciclici e lunghi".

Il passaparola dell'amica o del familiare resta il canale principale di contatto per l'arrivo al centro antiviolenza, segue internet ed infine i luoghi istituzionali come pronto soccorso, servizi socio-sanitari, medici di base e psicologi, in ultima battuta altre associazioni, forze dell'ordine, avvocati. La maggioranza delle dvittime sono disoccupate o senza un lavoro stabile. "Si ripropone registra un aumento della violenza economica - prosegue Zitiello - dal controllo diretto sullo stipendio o sulle spese della donna, fino al convincimento di firmare per impegni finanziari. Si ripropone così uno dei nodi ancora da sciogliere: il sostenere pecorsi di uscita dalla violenza, perché denunciare è solo il primo passo".

Il 66% delle donne accolte vive a Pisa, il resto in buona parte fra Cascina, San Giuliano Terme e Vecchiano. Sono raddoppiate quelle provenienti dai comuni del Lungomonte. "Da un anno abbiamo fatto un grande lavoro con sportelli e sensibilizzazione - dice la presidente Carla Pochini - da oggi annunciamo che questa esperienza sarà potenziata: tre sportelli, quelli nei comuni di Fauglia, Vecchiano e Vicopisano, saranno aperti un giorno alla settimana, mentre nei comuni di Calci, Crespina-Lorenzana e San Giuliano Terme gli sportelli continueranno ad essere attivi su appuntamento". "E' importante - aggiunge Zitiello - perché sono ben dislocati, c'è il fenomeno che una donna si rivolge allo sportello non della sua città. Ad esempio tante da Cascina si sono rivolte a Vicopisano". 

Nel 2018 le operatrici hanno effettuato 566 colloqui di accoglienza, 142 consulenze legali, 86 supporti psicologici. Un lavoro che ha permesso di attivare 218 percorsi di uscita dalla violenza, contro i 90 del 2017. Se l'istituzione del Codice Rosso è stato un segnale istituzionale di interesse importante, restano però criticità che minano l'efficacia della legge. Lo hanno spiegato l'avvocata Isabella Bartoli e la coordinatrice del Telefono Donna Francesca Pidone: "Non sono state previste risorse per risolvere i problemi strutturali della violenza. Si può quindi anche prevedere per il magistrato l'obbligo di sentire la donna entro 3 giorni dalla denuncia, ma serve personale in primis, e poi serve una formazione che consenta al pm o alla polizia giudiziaria di cogliere nel racconto della donna i segnali della violenza. Perché non dimentichiamolo: la donna è ancora sotto shock, può non essere lucida, più il fatto che potrebbe considerare come non rilevanti aspetti che invece lo sono eccome".

Manca personale e formazione, ma non solo: "Ci sono 'buone pratiche', ma di fatto dipende dalle prassi delle procure. La legge poi non interviene su possibili misure cautelari per evitare che la violenza aumenti, specie dopo una denuncia. L'importante è interrompere l'escalation di episodi". "Vediamo donne più consapevoli - dice Zitiello - ma anche più confuse. Con il Codice Rosso si pensa ad interventi immediati, ma non è così. Sarebbe importante un lavoro coordinato sul territorio con l'impegno ed il supporto della politica, perché il contrasto alla violenza è un sistema. Purtroppo a livello locale c'è stato meno impegno. Speriamo di riattivare la collaborazione nel 2020". 

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