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Cronaca Centro Storico / Via Giuseppe Mazzini, 71

La visita di Napolitano in città: il tour nella Domus Mazziniana

Il Presidente della Repubblica si è dimostrato un grande conoscitore della storia risorgimentale ed è rimasto colpito dalle lettere in metallo riportate sulla facciata dell'edificio

Una visita significativa quella del Capo dello Stato Giorgio Napolitano all'interno della Domus Mazziniana, da oggi intitolata Memoriale e dove sorgerà un Centro studi sulla Democrazia.  Il Presidente è stato accompagnato all'interno dell'edificio appena restaurato da Paolo Peluffo, coordinatore nazionale del programma culturale del 150° anno dell'Unità d'Italia. "Il presidente Napolitano - ha detto Peluffo - si è soffermato a lungo sull'Indicatore Livornese, un giornale politico, letterario e carbonaro con cui si dà inizio alla diatriba tra Mazzini e Guerrazzi così come si è fermato ed ha chiesto informazioni sulla lettera inviata da Mazzini a Giuseppe Giglioli nel 1831, lettera in cui per la prima volta, si usa la dizione di Giovine Europa".

Sempre Peluffo ha aggiunto che Napolitano si è "divertito a sfogliare il libro magico, un volume illuminato sulle cui pagine compaiono frasi tratte dall'opera "I doveri dell'uomo" scritto da Mazzini". Il presidente Napolitano si è poi diretto in un'ala della Domus Mazziniana dove è allestita la biblioteca di Mazzini interessandosi ad esempio al volume "Prose politiche" di Ugo Foscolo ed ha auspicato che le scuole possano visitare tutti i giorni il Memoriale Mazzini.

Ed è anche il responsabile della Domus Pietro Finelli a svelare altri retroscena sulla visita privata al Memoriale Mazzini del Presidente. "Il presidente - ha detto Finelli - ha osservato con grande attenzione l'allestimento museale e mostrato di essere un grande conoscitore della storia risorgimentale. Si è soffermato a lungo sulle dimissioni di Mazzini dalla repubblica romana per non dover sottoscrivere la resa alla Francia. Infine, ha ricordato che lo pseudonimo Filippo Strozzi, il nome di battaglia di Mazzini, era usato anche da Curzio Malaparte per firmare i suoi articoli su L'Unità".
Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, conclusasi la visita di Napolitano alla Domus Mazziniana, ha detto: "Il presidente è un uomo molto colto ed ha commentato le primizie del nostro museo rimanendo impressionato dalle lettere in metallo riportate in facciata che ripetono il giuramento della Giovine Italia".
A Pisa Napolitano ha appreso anche della morte di Gheddafi e ha commentato: "Si chiude una drammatica pagina. Ora in Libia c'é solo da augurarsi che si costruisca un Paese nuovo, libero e unito". La nota dominante della visita è stata la preoccupazione per i ritardi e le incertezze con cui l'Italia affronta la crisi economica. "Questi sono momenti difficili, ma l'Italia ce la può fare - ha detto Napolitano - dopo il convegno storico su Giuseppe Mazzini, che si è svolto alla Sapienza". Oggi di cosa sono simbolo Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini? "Di un'Italia - ha risposto - che si è unita attraverso un percorso molto faticoso e che però ha saputo dare grandi prove nel corso della sua storia".

La visita del Capo dello Stato è stata anche l'occasione per inaugurare un Corso Italia completamente nuovo. "La via principale della città, completamente riqualificata grazie alla nuova pavimentazione e ad un migliore decoro - ha sottolineato il primo cittadino - è il primo ad essere ultimato dei quattordici cantieri volti al recupero e alla riqualificazione del centro storico e dei beni culturali finalizzati anche alla valorizzazione turistica della città".
"L'intitolazione della via all'Italia, nel 1946 - ha ricordato Filippeschi - fu un voluto richiamo all'unità del Paese che risorgeva dalla tragedia della guerra e dal disonore del fascismo. Con questo gesto Pisa, città vissuta oggi da italiani di ogni provenienza e da tanti che italiani non sono ancora, oltre a sottolineare la saldissima convinzione dei suoi cittadini sul principio irrinunciabile dell'unità del Paese, intende rappresentare l'esempio di volontà e il compito fondamentale che spetta alle città per vincere il declino". (fonte Ansa)

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