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Artigianato pisano, dati da "bollettino di guerra": fatturato -8%, addetti -2,2% imprese -1,1%

Pubblicata l'indagine congiunturale sui primi 6 mesi del 2014 dalla Camera di Commercio di Pisa. Soffre l'artigianato manifatturiero pisano che fa registrare dati negativi su tutti i fronti. Colpito il comparto moda, cresce il metalmeccanico

Nuovo allarme per l'economia pisana lanciato dalla Camera di Commercio di Pisa. L'Istituto pubblica la consueta indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi e Statistica che valuta i primi 6 mesi del 2014. I dati mostrano "un vero e proprio bollettino di guerra": su di un campione di 173 imprese manifatturiere pisane a carattere artigiano si registrano solo segni negativi, fatturato -8%, addetti -2,2% imprese -1,1%. Anche sul versante degli investimenti la situazione è preoccupante, con appena 8 imprese su 100 che dichiarano di avere programmi di investimento in corso. L'orizzonte di mercato delle aziende analizzate risulta localista e ridotto: su 100 euro di fatturato, 67 sono realizzati all’interno della provincia ed il 51,1% delle imprese dichiara un giro d’affari inferiore ai 100mila euro.

"L’artigianato manifatturiero pisano – afferma Pierfrancesco Pacini, Presidente della Camera di Commercio di Pisa – non riesce ancora a risollevarsi dalla crisi che da alcuni anni lo sta attanagliando arrivando ad intaccare, addirittura, la stessa base produttiva. Per scongiurare che questo importante patrimonio di competenze e conoscenze vada disperso la Camera di Commercio metterà a disposizione oltre un milione di euro per incentivare gli investimenti e l‘accesso al credito delle piccole e micro imprese. A queste risorse dobbiamo aggiungere quelle destinate ad agevolare l’ingresso sui mercati esteri con progetti per fornire export manager, organizzare incoming e missioni all'estero: elementi essenziali per mettere al passo coi tempi il mondo della piccola e micro impresa".

L'analisi della Camera di Commercio nel dettaglio:

FATTURATO. L’artigianato manifatturiero pisano per il secondo anno consecutivo mostra andamenti del fatturato (-8%) peggiori rispetto alla Toscana (-5,8%). La crisi limita ancora la crescita: nei primi sei mesi del 2014 appena 7 imprese manifatturiere artigiane pisane su 100 hanno segnato un aumento del proprio giro d’affari. Considerando i settori, la flessione più consistente è quella delle manifatture residuali, dove sono registrate quelle del comparto legno-mobili (-9,1%), ma anche il sistema moda con cuoio e calzature segna un evidente -8,5%. La metalmeccanica invece, grazie ai buoni risultati del comparto industriale al quale è in parte legata, arretra invece in modo meno consistente (-5,1%).

OCCUPAZIONE. Il primo semestre 2014 porta un ulteriore restringimento della base occupazionale, tanto a livello regionale (-1,7%) quanto a livello della nostra Provincia (-2,2%). Il calo dell’attività e la conseguente ricerca di maggiore flessibilità del fattore lavoro, porta ad aumentare solo l’occupazione part-time (+1,9%) mentre si contrae pesantemente quella dipendente (-3,5%) ed a tempo pieno (-4,4%). All’interno dei diversi comparti si segnalano le pessime performance occupazionali ancora del sistema moda (-4,6%) e delle altre manifatture (-3,1%), mentre la metalmeccanica segna un interessante balzo in avanti (+5,1%) che dovrà essere confermato nelle prossime rilevazioni.

INVESTIMENTI E IMPRESE. Appena 8 imprese manifatturiere artigiane pisane su 100 (9 invece in Toscana) dichiarano di avere programmi di investimento in corso: segno chiaro della sfiducia in cui versa il manifatturiero artigiano. La dinamica imprenditoriale ristagna e arretra, il numero di imprese registrate segna infatti una nuova flessione: -1,1% nel manifatturiero pari, in valore assoluto, ad una contrazione di 32 unità. Se si eccettua l’alimentare (+4,7%) tutti gli altri settori evidenziano una contrazione che si mostra rilevante tra le calzature (-2,7%) ed il tessile-abbigliamento-maglieria (-2,1%).

ASPETTATIVE. Il saldo percentuale tra coloro che prevedono un aumento del fatturato rispetto a quelli che ne prevedono una contrazione nel corso della seconda metà del 2014 si posiziona su valori negativi (-12 punti). Se le attese su addetti, pur migliori rispetto a quelle sul fatturato, segnalano un equilibrio tra “ottimisti” e “pessimisti”, quelle sugli investimenti evidenziano invece una leggera prevalenza del primo gruppo (+3).

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