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Imprese, l'uscita dal tunnel è lontana, Confcommercio: "Pressione fiscale insostenibile"

Secondo la presidente dell'associazione di categoria pisana, la situazione è ancora critica per le piccole e medie imprese della provincia. Grassini aveva aspettative superiori per i saldi estivi, ma le vendite hanno subito una brusca frenata

La crisi per le pmi pisane è ancora lontana dall'essere superata. A pensarla così Federica Grassini, presidente di ConfcommercioPisa. “Gli ultimi dati della Camera di Commercio confermano il permanere di una situazione di grandissima difficoltà per le piccole e medie imprese pisane. Per il 2014, soltanto 8 su 100 prevedono un aumento del fatturato, mentre anche i margini di profitto subiranno una significativa revisione al ribasso. Quasi il 40% delle imprese con meno 20 dipendenti prevede nell'anno in corso una contrazione del proprio giro d'affari”.

Secondo la presidente di ConfcommercioPisa, il quadro generale non aiuta certo le imprese: “La pressione fiscale ha raggiunto il record mondiale del 53,2%, in un contesto in cui il Pil non cresce e i consumi sono tornati indietro di vent'anni. Intanto, la spesa pubblica, soprattutto improduttiva, continua a correre con percentuali a due cifre. La sperequazione è evidente e per certi versi tragica. Le imprese razionalizzano sempre di più i costi, e riducono i margini di profitto per restare competitive sui mercati, mentre al contempo le burocrazie pubbliche, a tutti i livelli, continuano ad ingrassare con i soldi di imprese e cittadini. Confcommercio ha calcolato che ci sono 80, 100 miliardi di spesa pubblica da tagliare. Occorre una bella sforbiciata per recuperare risorse da destinare alla riduzione delle tasse e alla ripresa dei consumi”.

A proposito di consumi, Grassini nutriva qualche aspettativa in più per i saldi estivi: “In effetti, a parte una iniziale euforia, poi le vendite hanno rallentato di colpo. Ci si aspettava qualcosa di più dai famosi 80 euro. Il dato nazionale si attesta su un -4%, a Pisa la situazione è stata comunque migliore”.

Tornando alla situazione pisana, gli imprenditori locali confermano una linea attendista: “Non possiamo sorprenderci nel vedere che la quota di imprese provinciali con investimenti in corso o previsti è scesa al 6%, il minimo storico - sostiene Grassini - d'altronde, la crisi continua ad avere effetti molto negativi sulla gestione della liquidità aziendale. Quasi una impresa su tre prevede un peggioramento anche su questo fronte”.

Nonostante tutto ciò, le imprese pisane lavorano incessantemente a strategie di rilancio. “Le imprese adottano strategie a tutto campo di razionalizzazione dei costi di gestione e di compressione dei margini in direzione di una maggiore efficienza, mentre il miglioramento della qualità dei prodotti e la ricerca di nuovi mercati, in Italia e all'estero, rappresentano le migliori strategie per un rilancio possibile - conclude Grassini - le imprese stanno facendo la loro parte fino in fondo per uscire dalla crisi".

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