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Crisi Misericordia, i capigruppo incontrano i lavoratori: scettici i Cobas

Martedì si è svolto l'annunciato incontro tra la Conferenza dei capigruppo e i dipendenti dell'Arciconfraternita: il 29 marzo Comune e Provincia apriranno un tavolo tecnico con Società della Salute, Asl e Azienda Ospedaliera

Incontro ieri tra la Conferenza dei capigruppo in Consiglio Comunale e i lavoratori della Misericordia di Pisa, alle prese con la crisi finanziaria che sta attraversando l'ente, schiacciato da debiti di oltre 12 milioni di euro. L'apertura di un tavolo tecnico e istituzionale e l'impegno a tutelare i dipendenti affinchè il momento difficile non mandi in fumo i posti di lavoro: questi gli impegni presi durante l'incontro.

Il 29 marzo Comune e Provincia apriranno il tavolo tecnico con Società della Salute, Asl e Azienda Ospedaliera che servirà ad esplorare possibili soluzioni, ma contestualmente, ha assicurato Maccioni, "il Consiglio lavorerà sulla stesura di un documento che impegni la Giunta in carica e quella che verrà nei prossimi mesi dopo le elezioni amministrative a sviluppare attività a tutela dell'occupazione perché non possono essere i lavoratori e le loro famiglie a pagare la crisi della Misericordia".

Soddisfatti i sindacati, anche se i Cobas non nascondono le "molte incertezze che restano all'orizzonte: la Società della Salute non ha ancora sciolto i nodi inserendo le clausole sociali a salvaguardia dei posti di lavoro nella convenzione da approvare sul trasporto sociale (che dovrebbe partire a inizio aprile), l'Azienda ospedaliera è del tutto latitante quando invece dovrebbe fornire risposte analoghe sul trasporto sanitario". Inoltre, denunciano i Cobas, "la Misericordia non ha pagato gli stipendi e anche un anticipo è stato escluso: una decisione del tutto ingiustificata". "Il management della Misericordia - concludono i Cobas - ben poco sta facendo per costruire quel piano di rilancio, preferendo la dismissione dei servizi con soppressione di posti di lavoro. Una situazione inaccettabile di cui anche l'arcivescovado dovrà rispondere". (fonte Ansa)

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