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Manifatturiero, lungo tunnel: l'elettronica resiste al periodo nero

I dati del terzo trimestre 2012, diffusi dalla Camera di Commercio, indicano un arretramento della produzione (-6,2%), anche se fortunatamente qualche spiraglio viene dal mercato estero (+1,7% gli ordini da oltreconfine)

Cala ancora nel terzo trimestre 2012, secondo i dati diffusi oggi dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Pisa, la produzione (-6,2% tendenziale) dell’industria manifatturiera pisana. Sulla crisi del sistema industriale, che accomuna la provincia di Pisa alla Toscana (-5,0% la produzione) ma soprattutto all’Italia (-6,1% la produzione) pesano non solo la debolezza dei mercati interni ma anche la simultaneità delle manovre di correzione delle finanze pubbliche che amplifica, attraverso il canale estero, la flessione dell’attività produttiva in tutta Europa.

Sono pochi gli elementi positivi, o che almeno indicano un rallentamento della recessione, che emergono per la provincia di Pisa. Tra questi troviamo la timida crescita degli ordinativi provenienti dai mercati esteri (+1,7%) ma anche un generale minor ricorso alla cassa integrazione, anche se su livelli storicamente elevati: sono 565mila le ore autorizzate di CIG nel terzo trimestre 2012. Il progressivo aumento del grado di utilizzo della capacità produttiva, giunto a superare i livelli pre-crisi, potrebbe segnalare l’avvicinarsi di un punto di equilibrio in termini di capacità produttiva presente nel sistema.

Il -7,2% tendenziale registrato dal fatturato complessivamente realizzato dal manifatturiero pisano, se messo a confronto con quello conseguito sui mercati esteri (-0,9%), conferma lo stato depressivo in cui versa la domanda interna. Anche per i nuovi ordinativi i dati, per il terzo trimestre consecutivo, continuano a segnare una diminuzione tendenziale che si assesta al -4,7%. Dopo una breve parentesi, durata appena due trimestri, continua la caduta occupazionale (-0,1% tendenziale).

SETTORI. Nel terzo trimestre 2012, tra i settori monitorati in provincia di Pisa, solo la lavorazione dei minerali non metalliferi, sostenuta dall’apertura di un nuovo impianto nell’autunno del 2011, e l’elettronica fanno segnare una crescita della produzione rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente pari, rispettivamente, ad un +10,2% ed +4,2%.
La situazione si conferma particolarmente difficile all’interno del sistema moda, con le calzature che arretrano dell’11,3%, il tessile-abbigliamento del 7,6% ed il cuoio del 2,3%.
Anche la meccanica allargata, se si eccettua l’elettronica, fa segnare pesanti contrazioni produttive tendenziali: mezzi di trasporto (-15,0%, si tratta del diciassettesimo trimestre consecutivo con il segno meno),  metalli (-11,1%) e meccanica (-2,6%). Nel terzo trimestre 2012 flette anche la produzione dell’alimentare (-7,0%), del legno-mobili (-4,0%) ma anche della chimica-farmaceutica-gomma-plastica (-0,5%).

ASPETTATIVE. Sul versante delle aspettative relative all’ultima parte del 2012, sono da segnalare l’arresto della flessione delle attese relative alla domanda estera (pur in miglioramento il saldo tra “ottimisti” e “pessimisti” rimane comunque negativo per 4 punti percentuali) e dell’occupazione (saldo percentuale a -6). Il dato peggiore riguarda il mercato interno: il saldo tra coloro che prevedono un miglioramento e coloro che prevedono un peggioramento della domanda nazionale crolla a -16 punti percentuali. Si aggravano anche le aspettative relative alla produzione: saldo a -11 punti percentuali.

COMMENTO. “Non diversamente da quanto avviene a livello regionale e nazionale - afferma Pierfrancesco Pacini, presidente della Camera di Commercio di Pisa - la crisi del sistema industriale continua a colpire la provincia di Pisa. All’interno di un quadro dove le imprese, oltre alla crisi del mercato nazionale, soffrono dell’effetto recessivo delle manovre di correzione delle finanze pubbliche, la Camera di Commercio ha premiato pochi giorni fa un gruppo di imprese che si sono caratterizzate per la loro capacità di integrare innovazione, sostenibilità ambientale e benessere dell’individuo. Il connubio tra crescita e sostenibilità - conclude Pacini - può rappresentare un valido binomio per affrontare la sfida della ripresa che, anche se non vicinissima, ci aspetta alla fine del tunnel”.

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