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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Industria pisana: gli imprenditori sono ottimisti, Pisa punta agli Emirati Arabi

Nonostante la leggera contrazione della produzione pisana (-1,2%) alcuni indicatori confermano i timidi segnali di risveglio nel primo trimestre 2015. Il presidente della Camera di Commercio Tamburini: "Fondamentale attrarre nuovi investitori"

Nel primo trimestre 2015, rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, la produzione delle aziende manifatturiere pisane mette a segno un -1,2% mentre l’Italia, secondo Istat, registra una sostanziale stabilità (-0,4%). A rilevarlo sono i dati della consueta indagine trimestrale condotta dalla Camera di Commercio di Pisa presso un campione di 138 unità locali manifatturiere pisane con almeno 10 addetti. Nonostante il deprezzamento dell’euro, che avrebbe dovuto darle maggiore slancio, l’industria italiana sembra ancora soffrire non solo di una domanda interna che stenta a ripartire ma anche del recente rallentamento dell’Asia di cui Pisa segue, più di altri territori, le sorti. Anche il fatturato e gli ordinativi delle imprese manifatturiere della provincia di Pisa segnano un leggero arretramento: -1,0% e -0,8%, rispettivamente.

Primi segnali di recupero sul fronte estero, l’ottimismo si rafforza.
Tuttavia, alcuni indicatori confermano i timidi segnali di risveglio già emersi nel corso delle precedenti rilevazioni. In primo luogo dal mercato internazionale, che continua a fornire spunti positivi: crescono infatti il fatturato (+1,6%) e gli ordinativi (+0,7%) raccolti fuori confine. Anche l’occupazione industriale - il dato dovrà però essere confermato in futuro - sembra aver arrestato la caduta (+1,1%). Ma l’elemento più significativo è senz’altro quello delle aspettative imprenditoriali che, rispetto al recente passato, rafforzano un moderato clima di ottimismo.

I prezzi, seppur di poco, tornano a salire. Si arresta l’emorragia occupazionale
Tornano a crescere (+0,6%), anche se debolmente, i prezzi praticati dalle industrie pisane. Si tratta di un primo timido segno, a fronte di prezzi ancora calanti delle materie prime, della possibilità per le imprese di recuperare parte degli aggravi di costo subìti nei primi anni della crisi. Che qualcosa cominci a muoversi sul mercato del lavoro, oltre al +1,1% dell’occupazione, lo dicono anche i dati INPS sulle ore di cassa integrazione autorizzate nei primi tre mesi del 2015. Le 738mila ore concesse al manifatturiero pisano, rappresentano infatti il valore più basso degli ultimi quattro trimestri.

La dimensione (grande) conta
Nel primo trimestre dell’anno emerge una migliore capacità della grande industria nello sfruttare le dinamiche dei mercati internazionali. Le unità produttive più strutturate (oltre 49 addetti), pur segnando una contrazione dell’1,1% nella produzione registrano infatti una crescita tanto del fatturato (+3,4%) quanto degli ordini (+1,1%) realizzati fuori dai confini nazionali. La piccola industria (da 10 a 49 addetti) registra invece contrazioni più consistenti sia sul versante della produzione (-1,3%) che del fatturato (-2,1%). Sostanzialmente invariati gli ordini ed il fatturato esteri.

Arretrano il conciario e la meccanica allargata
Tra i diversi settori perde terreno il pelli-cuoio (-7,9% la produzione) mentre il composito comparto della metalmeccanica-mezzi di trasporto ed elettronica arretra di appena l’1%. Le calzature, grazie alle brillanti performance di un ristrettissimo gruppo di imprese, fanno segnare un +4,1%. Il peggio però, per il calzaturiero, non è ancora passato: l’export di scarpe, nei primi tre mesi del 2015, perde secondo Istat oltre il 16% rispetto all’anno precedente. Bene le altre manifatture (+1,9%) all’interno del quale spiccano vetro e chimica-gomma-plastica.

Le aspettative continuano a migliorare
Migliorano ancora le attese degli industriali. Per il secondo trimestre clima di fiducia, misurato come media mobile dei saldi di quattro sotto-indici relativi alle evoluzioni attese su occupazione, produzione, domanda interna ed estera, passa infatti da +1 a +8. Salvo l’occupazione, che mostra ancora un valore negativo, il recupero interessa tutte le componenti elementari dell’indicatore ed in particolare quelli sulla domanda interna ed estera.

“I dati sull’industria pisana - commenta il neo presidente della Camera di Commercio di Pisa, Valter Tamburini - ci ricordano come la strada della ripresa sia ancora incerta e piena di ostacoli. Tuttavia, osservando le buone performance delle nostre imprese sui mercati internazionali ed il deciso miglioramento delle aspettative, è del tutto evidente come Pisa abbia saputo sfruttare le favorevoli condizioni macroeconomiche, quali l’indebolimento dell’euro e la flessione del costo delle materie prime. Per cogliere al meglio la ripresa che sembra materializzarsi, diventa fondamentale non solo rafforzare la nostra presenza all’estero ma anche saper attrarre nuovi investitori. A questo scopo, la Camera di Commercio di Pisa, in sinergia con Toscana Promozione ed altri importanti partner, sta organizzando un Simposio di livello internazionale per analizzare le possibilità offerte dagli Emirati Arabi Uniti: una delle aree emergenti più stabili e promettenti della scena mondiale.”

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