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Economia

Occupazione: cala la domanda di lavoro, il 75% delle assunzioni previste a settembre non è stabile

I dati della Camera di Commercio per la provincia pisana certificano le difficoltà dell'economia, aumenta il ricorso alla somministrazione

Sono più di  mila i lavoratori che le imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa hanno programmato di assumere nel mese di settembre 2023. Si tratta di una flessione di circa il 3% rispetto al medesimo periodo del 2022. A scendere è soprattutto la domanda nell’industria e nei servizi mentre, con una stagione estiva che si avvia alla conclusione, resta stabile la richiesta di personale nel turismo (alloggio e ristorazione). Continua invece ad essere rilevante la domanda nelle costruzioni grazie al ruolo propulsivo degli incentivi fiscali e, secondo i dati della Regione Toscana, l’attivazione di buona parte dei cantieri del Pnrr nelle tre province. A dirlo è il Sistema informativo Excelsior: un’indagine nazionale che fornisce dati su base provinciale realizzata da Unioncamere in collaborazione con Anpal ed elaborati dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest e dall’Istituto Studi e Ricerche – ISR.

"Il rallentamento dell'economia - afferma Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest - inizia a mettere in allerta le imprese frenando, di conseguenza, la loro domanda di lavoro in un quadro che continua a segnalare forti criticità nel trovare personale da assumere. Per ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro, come Camera continuiamo a lavorare per attuare strategie che promuovano l’incontro domanda-offerta di lavoro. Insieme alla Fondazione ISI e Lucense, parteciperemo nei prossimi giorni al Salone dello Studente che quest’anno si svolge a Carrara Fiere per guidare giovani e famiglie nelle decisioni riguardo agli studi e alle carriere, tenendo conto delle esigenze del nostro sistema produttivo. Inoltre, stiamo ultimando una serie di pubblicazioni che forniranno utili informazioni ai ragazzi che si apprestano a lasciare la scuola media, per affrontare con conoscenza il loro percorso di studio".

I dati nel dettaglio: i settori migliori, pesa la somministrazione

Arretra a settembre la domanda di lavoro delle imprese pisane con dipendenti, segnando un -5% (-170 unità) rispetto a settembre 2022, per un totale di 3.250 entrate in programma nel mese. Dopo un avvio della stagione estiva favorevole, a settembre trovano quindi conferma le difficoltà già evidenziate nel mese di agosto. Continua ad ampliarsi il divario tra domanda e offerta di lavoro: le difficoltà nel reperimento dei profili richiesti da parte delle aziende pisane arrivano a interessare il 59% delle posizioni lavorative offerte, sette punti percentuali in più rispetto a settembre 2022. Tra le motivazioni espresse dalle imprese la principale resta la mancanza di candidati (40%), cresciuta di otto punti percentuali in un anno, seguita dalla preparazione inadeguata degli stessi (15%) scesa invece di due punti.

Ancora positive le costruzioni, in calo i servizi

A settembre la domanda di lavoro del comparto industriale pisano tiene nel suo complesso (+1%; +10 unità), arrivando a domandare 1.300 posizioni lavorative. Resta dinamica la domanda di lavoratori delle costruzioni (+14%; +50 unità), arrivata a 420 unità nel mese, grazie alla spinta che proviene ancora dagli interventi fiscalmente agevolati così come dai cantieri attivati dal Pnrr/Pnc. In provincia di Pisa, secondo i dati di Regione Toscana, al 30 giugno 2023 il 90,4% dei progetti Pnrr/Pnc relativi a lavori pubblici finanziati è stato avviato (almeno in fase di progettazione).

All’opposto, la domanda dell’industria manifatturiera si riduce del -4%, per 40 unità in meno rispetto a un anno fa, attestandosi a 880 ingressi nel mese. Nel terziario, che si conferma il principale comparto per domanda di lavoro con 1.950 entrate programmate nel mese, prosegue la tendenza negativa già rilevata ad agosto segnando un calo del -8% nella richiesta di lavoratori, per 170 unità in meno rispetto allo scorso settembre. All’interno del comparto, tutti i settori mostrano valori in contrazione: il commercio (-9%; -30 unità), il turismo (-5%; -20 unità), i servizi alle imprese (-9%; -70) e i servizi alle persone (-10%; -60 unità).

Un contratto su due è a tempo determinato, forte il ricorso alla somministrazione

Le assunzioni programmate dalle imprese pisane a settembre vedono il ricorso a forme contrattuali stabili per il 25% dei casi, un valore superiore di due punti percentuali rispetto a un anno fa e in netto aumento rispetto ai mesi estivi, quando prevale il ricorso a contratti a termine da parte delle attività stagionali. L’offerta di contratti a tempo indeterminato è risultata più elevata anche nel primo trimestre dell’anno, mentre a partire da aprile è sembrata risentire dei primi segnali di rallentamento dell’attività economica e della maggiore richiesta di posizioni lavorative stagionali con contratti a termine.

Il recente D.L. 48/2023 'Misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro' amplia l’utilizzo dei contratti a termine semplificando il ricorso a forme contrattuali maggiormente flessibili. Nello specifico, a settembre le imprese pisane offrono contratti a tempo indeterminato al 19% dei lavoratori in entrata, un valore in crescita di due punti percentuali rispetto a un anno fa e alla media dei primi nove mesi dell’anno (17%). Sono invece il 6% del totale le entrate programmate in apprendistato, in linea con i periodi precedenti.

Il 75% delle assunzioni previste dalle imprese pisane a settembre fa riferimento a tipologie contrattuali non stabili, un valore inferiore alla media del periodo estivo (80% tra maggio e agosto) quando ne viene fatto il maggior ricorso. Nello specifico, il 47% delle entrate sarà con contratto a tempo determinato, un valore in crescita di quattro punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre il 21% avverrà con contratti di somministrazione e il 7% con altre tipologie.

La quota più rilevante di assunzioni previste dalle imprese pisane è riconducibile a forme contrattuali di lavoro dipendente (74%), con i livelli più elevati previsti dalle costruzioni (91%) e dal turismo (96%). La richiesta di lavoratori in somministrazione vede punte del 30% nel manifatturiero e del 34% nei servizi alle imprese.

Delle assunzioni di personale dipendente programmate a settembre dal comparto manifatturiero, pari al 69% del totale, il 25% è a tempo indeterminato, il 36% a tempo determinato e l’8% in apprendistato. Molto elevato il ricorso a lavoratori in somministrazione da parte delle imprese locali del comparto, pari al 30% del totale, un valore comunque in linea con l’anno precedente. Nelle costruzioni i contratti proposti a tempo indeterminato raggiungono il 24% delle entrate in programma, mentre quelli a termine a il 57% e in apprendistato il 10%. Il ricorso a lavoratori in somministrazione si ferma invece al 7%.

Il settore del commercio programma assunzioni di personale dipendente in otto casi su dieci: con contratto a tempo indeterminato per il 25% delle posizioni cercate, a termine per il 49% e in apprendistato per il 7%. L’utilizzo di contratti non alle dipendenze raggiunge il 18%, con la somministrazione al 12%. Le assunzioni alle dipendenze raggiungono la quasi totalità (96%) nel settore del turismo, dove l’offerta di contratti a tempo determinato arriva al 66% del totale, il valore più elevato fra i settori provinciali, mentre quella a tempo indeterminato si ferma al 16% e in apprendistato al 7%.

Nei servizi alle imprese, a fronte di una quota di assunzioni alle dipendenze pari al 59%, il valore più basso tra i comparti provinciali, l’offerta di contratti in somministrazione risulta particolarmente elevata e pari al 34%, un valore in linea con l’anno precedente. I contratti a tempo indeterminato sono il 15% del totale mentre quelli a termine arrivano al 39%.

I servizi alle persone programmano di assumere personale dipendente in sette casi su dieci: se il ricorso ai contratti a tempo indeterminato risulta il più basso tra i settori, fermandosi ad appena il 9% del totale, le opportunità a tempo determinato salgono al 57%. Tra gli ingressi non alle dipendenze le imprese programmano di inserire in azienda lavoratori in somministrazione per 16% delle assunzioni e collaboratori e altri lavoratori non alle dipendenze per il 13%.

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