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Economia

Sagre e feste? Da Confcommercio: "Stop, fanno concorrenza sleale"

Il direttore della Confcommercio di Pisa, Federico Pieragnoli, denuncia la situazione affermando che le sagre non fanno girare l'economia locale ma creano una perdita di 4 milioni di euro l'anno alle attività commerciali

Quando pensiamo alle sagre o alle fiere, ci viene subito in mente un'ottima degustazione di prodotti tipici a prezzi economici. Insomma, un buon modo per far girare l'economia locale, ma a quanto affermano dalla Confcommercio di Pisa, la situazione non è proprio tutta rose e fiori, anzi. Infatti le sagre concorrerebbero slealmente contro gli esercizi commerciali pubblici, facendo perdere incassi per un valore di oltre 4 milioni di euro annui.

"Come associazione di categoria - inizia a spiegare Federico Pieragnoli, il direttore di Confcommercio Pisa - assistiamo a continui controlli da parte federico pieragnoli confcommerciodella autorità di vigilanza nei confronti dei pubblici esercizi e dei locali regolari, anche con operazioni straordinarie come è successo durante la Notte Bianca di Pontedera. Al contrario rileviamo un assoluto disinteresse nei confronti delle numerose sagre, feste paesane e circoli privati ad uso pubblico. Per questo, le dichiarazioni di alcuni enti di controllo ci fanno sobbalzare, quando parlano di ispezioni necessarie al contrasto della concorrenza sleale".

"Un esempio tipico di concorrenza sleale - continua Pieragnoli - è la continua elusione di tutte le normative igienico sanitarie, di sicurezza e fiscali nelle varie sagre, che non solo procurano un danno al patrimonio, ma alterano anche  la concorrenza con gli esercizi commerciali regolari. Basta analizzare i dati della provincia di Pisa, per scoprire che la media di giorni per sagre e feste, per singolo comune, è pari a 20 giorni. Quasi 800 giorni in un anno solare. Il flusso di sagre, concentrato per lo più durante la stagione turistica, comporta una perdita di fatturato netta dei pubblici esercizi, superiore a 4 milioni di euro".

Secondo Pieragnoli, a denunciare l'incidenza negativa delle sagre sui fatturati è l'87% dei pubblici esercizi pisani, che chiedono di combattere questo tipo di concorrenza, aumentando i controlli.  "Da tempo chiediamo che le amministrazioni locali stilino un calendario delle sagre e feste autorizzate - conclude il direttore di Confcommercio -  che comprovino la qualità e la tipicità dei prodotti somministrati, vietando tutte le altre. Diminuire la durata e autorizzare possibilmente le sagre al di fuori dell'alta stagione turistica, imponendo regole più restrittivecoinvolgendo di più i pubblici esercizi. Sono questi i punti fondamentali sui quali chiediamo un impegno serio delle amministrazioni locali".

SAGRE E FESTE IN TOSCANA (Dati della Federazione Italiana Pubblici Esercizi)
N. medio di giorni di feste e sagre per comune 23
N. medio di giorni di feste e sagre in totale 6.600
N. di feste e sagre in un anno circa 1.000
Perdita fatturato pubblici esercizi 43 milioni di euro

SAGRE E FESTE IN PROVINCIA DI PISA (Dati della Federazione Italiana Pubblici Esercizi)
N. medio di giorni di feste e sagre in totale 780
N. di feste e sagre in un anno circa 100
Perdita fatturato pubblici esercizi: tra i 4 e i 5 milioni di euro

IMPATTO DI FESTE E SAGRE SU FATTURATO (Dati della Federazione Italiana Pubblici Esercizi)
Arezzo (-30,2%)
Firenze (-19%)
Grosseto (-33,6%)
Livorno (-21,5%)
Lucca (-30,6%)
Pisa (-22,3%)
Pistoia (-30%)
Siena (-4%)

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