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Saldi: i pisani spenderanno quasi 400 euro a famiglia

Secondo Confcommercio la crisi continua a mordere e si ripercuote anche sui saldi che in provincia di Pisa avranno un giro di affari di circa 40 milioni di euro. In media sconti tra il 30 e il 50%

Saldi invernali al via il prossimo 5 gennaio, tra aspettative dei commercianti e attese dei consumatori. Calcola Confcommercio Pisa che i saldi in provincia di Pisa genereranno un volume d'affari di circa 40 milioni di euro, un quarto dei quali a Pisa, e una spesa media per famiglia che si aggira sui 385 euro. “Niente di eccezionale - mette le mani avanti la presidente di Confcommercio Pisa Federica Grassini - siamo in linea con quanto accaduto l'anno passato. Purtroppo la crisi dei consumi che si trascina da 9 anni non lascia spazio a troppe illusioni. Oltre le dichiarazioni di rito, la realtà è che il nostro vero competitor è lo Stato che in questi anni non ha fatto assolutamente niente per incentivare i consumi, anzi, ha inasprito la pressione fiscale sulle imprese e i costi obbligati per le famiglie. Noi imprenditori siamo diventati gli ammortizzatori dello squilibrio, in un contesto in cui nei primi otto mesi del 2016 la fiducia di imprese e famiglie è crollata verticalmente”.

Consumi con il freno a mano tirato e saldi che nel tempo hanno perso la loro funzione originaria, quella di rappresentare un momento speciale per cogliere alcune occasioni. “Nessun capriccio, oggi quasi tutti aspettano i saldi per fare acquisti utili di ogni tipo - prosegue Grassini - non esiste più alcuna distinzione netta dei clienti per fascia d'età o per genere, ma tutti approfittano degli sconti in maniera sistematica. Poi, il freddo pungente è arrivato solo a dicembre, troppo vicino alla data di avvio dei saldi, e in tanti hanno preferito rimandare gli acquisti”.

Secondo la numero uno di ConfcommercioPisa, la crisi dei consumi ha colpito pesantemente i settori abbigliamento e calzature: “Il commercio in provincia di Pisa, nel triennio 2012/2015, ha subito un tasso di decrescita del -5,4% per quanto riguarda i negozi al dettaglio di abbigliamento e addirittura del -8,2% per i negozi di calzatura e pelle. La politica dovrebbe assumersi le propria responsabilità di fronte ad uno scenario che di questo passo rischia seriamente di falciare il nostro settore. All'orizzonte purtroppo non si vedono provvedimenti sul genere 'salva banche', e nessuno sembra preoccuparsi degli oltre 250mila occupati e delle loro famiglie”.

Gli sconti si aggireranno in media tra il 30% e il 50%. “Bassa marginalità per i negozianti - conclude Federica Grassini - ma ottime opportunità di affari per i clienti. L'invito che faccio è quello di diffidare di sconti eccessivi e di rivolgersi ai negozi tradizionali di fiducia, garanzia di professionalità e qualità. Ricordiamo che i cambi sono a discrezione dell'esercente, tranne nei casi di merce difettosa".

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