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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Società di capitali pisane: cresce il valore aggiunto, ma solo per le grandi imprese

La Camera di Commercio ha valutato il triennio 2013-2015: +2,5% il risultato aggregato, ma è netto il divario tra le grandi (+6,6%) e le micro aziende (- 1,4%)

L’analisi dei bilanci depositati presso la Camera di Commercio di Pisa dalle società di capitali tratteggia un quadro con luci e ombre sullo stato di salute delle aziende pisane. L’incremento tendenziale dei ricavi di vendita, pari al +4,3% nel 2014, si è infatti assottigliato nel corso del 2015, crescendo di appena lo 0,5%. Grazie alla favorevole dinamica dei costi esterni (acquisti di beni e servizi), che nel 2015 si sono ridotti dello 0,6% rispetto all’anno precedente, il valore aggiunto delle società di capitali è aumentato del 2,5%, raggiungendo così i 1.982 milioni di euro. Questi, in sintesi, i risultati sull’analisi di oltre 4.600 bilanci di aziende pisane compresenti negli archivi camerali nel triennio 2013-2015.

COSTI E REDDITIVITA'. A fronte di questi risultati, si registra un deciso aumento dei costi del personale (+4,2%) che si traduce in leggera contrazione del Margine Operativo Lordo (-0,8%, MOL). Segnali positivi giungono invece sul fronte della redditività netta: nonostante il peggioramento dei margini relativi alla gestione caratteristica (le attività proprie dell’impresa), gli utili totali delle società di capitali sono passati dai 156,3 milioni del 2014 ai 203,9 milioni di euro del 2015.

Gli oneri finanziari che debbono fronteggiare le aziende (prevalentemente interessi passivi) diminuiscono, sia in termini assoluti (da 124 a 113 milioni di euro) sia come incidenza sul fatturato (arrivando all’1,35%), anche grazie alla riduzione dei debiti correnti. In lieve diminuzione anche l’incidenza delle imposte sugli utili, scesa dal 2,23% nel 2014 al 2,15% nel 2015. Grazie all’incremento dei proventi non caratteristici (affitti, canoni, royalties, ecc.) e finanziari (interessi attivi, utili da partecipazioni, ecc.), all’alleggerimento del costo dei debiti e della pressione fiscale, l’incidenza degli utili sul fatturato ha raggiunto il 2,43% dopo l’1,87% dell’anno precedente.

CHI HA RISULTATI. La dinamica dei ricavi e del valore aggiunto, entrambi in calo dell’1,4%, segnala le difficoltà delle micro- imprese (valore della produzione inferiore a 2 milioni di euro). L’aggregato, che rappresenta oltre l’80% delle aziende, registra una perdita pari allo 0,5% del fatturato della categoria.

Migliore, ma non di molto, la situazione delle piccole aziende (tra 2 e 10 milioni di euro), In questo gruppo crescono i ricavi (+0,6%) ed il valore aggiunto (+1,4%), ma l’incremento dei costi del personale ha trascinato in basso il MOL (-10,9%). L’utile netto di tale aggregato dimensionale è tuttavia positivo, con un’incidenza sui ricavi stabile all’1,5%.

Le società di capitali di medie dimensioni (valore della produzione compreso tra 10 e 50 milioni di euro), nonostante una dinamica delle vendite sostanzialmente stazionaria (+0,2% i ricavi), riescono a mantenere margini di guadagno decisamente maggiori, con incrementi sia in termini di valore aggiunto (+4,6%), che di MOL (+5,5%). Il rapporto tra utile netto e ricavi raggiunge il 2,7%.

Le poche grandi società di capitali (valore della produzione superiore a 50 milioni di euro) segnano una maggiore crescita dei ricavi e del valore aggiunto (rispettivamente +3,8% e +6,6%) ed una bassa incidenza del costo del lavoro per unità di prodotto (53%). Ne risultano buoni risultati sia in termini di redditività operativa, con il MOL in crescita del +5,8%, che di redditività netta, con l’incidenza dell’utile netto sul fatturato che tocca il 7,8%: il valore più elevato tra le diverse categorie dimensionali d’impresa.

I SETTORI. All’interno dell’industria, che nel complesso segna dati non positivi, i due principali settori provinciali registrano andamenti contrapposti. Da un lato infatti le imprese metalmeccaniche realizzano incrementi in termini di ricavi (+1,9%), valore aggiunto (+6,4%) e MOL (+12,4%) dall’altro l’industria conciaria subisce importanti perdite in tutti gli indicatori monitorati: -5,6% i ricavi, -2,4% il valore aggiunto e -10,3% il MOL.

Le società di capitali del settore edile, dopo un lungo periodo di grave crisi, rilevano alcuni segnali di recupero, con incrementi consistenti, tanto dei ricavi (+17,2%) che del valore aggiunto (+11,2%) e del MOL (+25,9%), tuttavia insufficienti a recuperare le perdite del passato. A fronte della tenuta dei ricavi (+0,2%), le imprese del commercio e del turismo registrano purtroppo un netto deterioramento dei margini di guadagno, con contrazioni sia del valore aggiunto (-2,6%) sia del MOL (- 6,8%).

Gli altri servizi market (prevalentemente rivolti alle imprese) incrementano tanto i propri ricavi (+8,6%) quanto il valore aggiunto (+7,1%), con ottimi risultati in termini di redditività operativa (MOL +7,9%). Tra i Servizi, quelli non market (rivolti alle persone e famiglie) delineano un quadro contrastato, con incrementi di ricavi (+1,2%) e valore aggiunto (+2,7%), a fronte di un vero e proprio crollo del MOL (- 17,2%).

IL COMMENTO. Il presidente Walter Tamburini: "I dati sui bilanci delle società di capitali pisane, pur complessivamente positivi, segnalano una situazione nettamente migliore per le realtà più strutturate. Anche la metalmeccanica ed i servizi alle imprese evidenziano risultati positivi, mentre commercio e turismo faticano sul fronte dei margini. Consci dell’importanza delle piccole aziende e del turismo, la Camera di Commercio continua a lavorare per creare nuove opportunità di business, quali, ad esempio, il prodotto turistico 'Terre di Pisa': un’iniziativa di marketing territoriale, che intende coinvolgere tutti coloro, anche piccole realtà, che vorranno puntare sull’integrazione dell’offerta, sull’innovazione e sull’aggiornamento continuo;fronti sui quali la Camera di Commercio è già operativa e disponibile a fornire supporto".

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