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Dal Piemonte a Pisa: imprenditori in visita alle aziende agricole di casa nostra

Il gruppo ha visitato il Centro Lombricoltura di San Giuliano Terme, il caseificio Busti e il Podere Spazzavento. L'agricoltura, dicono da Coldiretti, può essere un settore su cui puntare per non far emigrare i nostri giovani

Giovani imprenditori del Piemonte in visita alle aziende agricole pisane. Viaggio nell’agricoltura di 'casa nostra' per il gruppo Giovani Impresa Coldiretti di Novara che ha fatto tappa, negli scorsi giorni, in provincia di Pisa nell’ambito di un progetto di interscambio tra territori che ha l’obiettivo di aumentare la conoscenza delle nuove generazioni attraverso la condivisione di informazioni. Promosso da Giovani Impresa Coldiretti, la delegazione (età media 25 anni) è stata guidata in un divertente tour alla scoperta di alcune delle straordinarie imprese che identificano e caratterizzano l’evoluzione ed il processo di cambiamento del panorama agricolo provinciale.

“Questo genere di iniziative ci permette - spiega Iacopo Galliani, delegato provinciale dei Giovani imprenditori che ha coordinato la gita-studio - di scambiarci tutta una serie di esperienze e di conoscenze fondamentali per la nostra crescita professionale ed imprenditoriale. Ciascuno di noi mette a disposizione la propria esperienza che è il risultato delle difficoltà che abbiamo incontrato. Mettere a disposizione tutto questo patrimonio può essere più importante che cercare risposte altrove”. Tre le aziende sede della visita, il Centro Lombricoltura Toscana, a San Giuliano Terme, che produce humus di lombrichi, il caseificio della Famiglia Busti e l’agriturismo Podere Spazzavento per un tuffo nei vini del Chianti pisano. Ad accomunarle alcune caratteristiche: sono aziende innovative e dinamiche, ed hanno partecipato ad una delle ultime edizione dell’Oscar dell’Agricoltura, il Premio che quest’anno vivrà a MilanoExpo2015 la tappa finale del suo percorso. “Il nostro patrimonio di imprese ha caratteristiche e dimensioni, si tratta di aziende mediamente piccole, ben diverse da quelle delle aziende del Piemonte solitamente più strutturate. Ma è proprio questo elemento, spesso legato alla multifunzionalità e alla capacità di diversificare, a renderle un caso di studio”.

L’agricoltura può essere, e ne ha tutte le caratteristiche, un settore in cui investire anche per creare nuovi posti di lavori visto il livello di disoccupazione tra i giovani intono al 16%. La maggioranza dei giovani (51%) è pronta, secondo un’indagine Coldiretti, ad emigrare per motivi di lavoro. Tra i giovani under 35 italiani la percentuale di chi è disposto a lasciare il proprio è più alta per gli under 35 anni maschi (57%) rispetto alle giovani donne (45%) e raggiunge il picco massimo del 59% tra i 18-19 anni. La percentuale sale anche con il grado di istruzione e raggiunge il 55 per cento per i livelli alti. “Il motivo principale che spinge i giovani a lasciare l’Italia è il fatto che il 19% consideri il Paese fermo in cui non si prendono mai decisioni - spiega Galliani - una percentuale del 18% punta il dito sulle tasse e il 17% chiama in causa la mancanza di lavoro a pari merito con la mancanza di meritocrazia. Questo è il tempo dove dobbiamo rimboccarci le maniche: da Pisa a Novara la pensiamo nello stesso modo. L’agricoltura può essere una delle ragioni per far decidere i giovani a restare qui”.

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