Proiezione del documentario 'Finding Fela'
Si conclude la rassegna 'Storie: scelte, lotte, immagini e suoni' con la proiezione in prima visione esclusiva del documentario 'Finding Fela', sulla vita del leggendario attivista/artista afrobeat nigeriano Fela Kuti, diretto dal regista premio Oscar Alex Gibney (Taxi to the dark side, Freaknomics, We steal secrets: the story of Wikileaks). Il film sarà proiettato in prima visione esclusiva al Cinema Caffè Lanteri, martedì 14 aprile alle ore 19.15 e 21.30. Come tutte le proiezioni del Pisa Film Forum, l’ingresso è riservato ai soci, la tessera annuale costa 3 euro, il biglietto intero 5 euro e il ridotto per studenti universitari e gli anziani over 60 solo 4 euro.
Direttamente dall'ultimo Sundance Film Festival, Finding Fela è un documentario che ripercorre la vita del musicista nigeriano, ricco di interviste a familiari, fan, persone che lo hanno conosciuto, il film mostra l?impegno civile e morale che hanno pervaso la vita e la musica del cantante: un istrione inafferrabile ed eroico, disposto a pagare con la vita per le proprie idee rivoluzionarie in una Nigeria in mano alla dittatura, e carico di contraddizioni, al punto di sposare ventisette donne e servirsi di uno sciamano in odore di truffa. E insieme un uomo la cui vita merita mille biografie, ma in cui neanche una è destinata a rendergli giustizia.
Dal regista Alex Gibney, autore tra gli altri di Freakonomics e We Steal Secrets: The Story of WikiLeaks, premio Oscar per il documentario Taxi to the dark side.
Sospeso a metà tra indagine e celebrazione, affascinato dalla misteriosa grandezza del personaggio e dalle sue singolari contraddizioni, il documentario di Alex Gibney parte da un musical di Broadway dedicato a Fela Kuti per viaggiare a ritroso nella vita e nella carriera del musicista nigeriano. Quasi con una sorta di timore reverenziale, senza osare sui lati più oscuri del mito, privilegiando lo sforzo di contenere tutto anziché quello di scavare su un singolo aspetto. Approccio vincente dal punto di vista narrativo e destinato a lasciare un po' di amaro in bocca presso gli esegeti, ma forse era un esito inevitabile. Il parallelo tra ricostruzione spettacolare di Broadway e immagini di repertorio resta irrisolto, senza scalfire l'impianto bio-documentaristico di Gibney, ma il contrasto agevola le testimonianze di Guestlove di The Roots e, attraverso la comparsata di Jay-Z e Will Smith, testimonia l'enorme lascito di Fela per la comunità afro-americana.
Forse la ragione per cui un documentario che risponda alla domanda "chi era Fela Kuti?" rimane un'impresa impossibile è la medesima per cui risulta arduo sintetizzarne la carriera in un'antologia. Perché Fela, con orgoglio indomito, ha sempre rifiutato i vincoli, di qualunque natura essi fossero: in musica questo significa brani di mezz'ora o più, discograficamente inutilizzabili, mini-saghe in cui centrifugare jazz, afro e funk per creare un nuovo genere musicale, a cui aggiungere una controparte visuale (incentrata sul lato più fisico e sessuale) che anticipa di quarant'anni l'attuale estetica hip hop.
Un istrione inafferrabile ed eroico, disposto a pagare con la vita per le proprie idee rivoluzionarie in una Nigeria in mano alla dittatura, e carico di contraddizioni, al punto di sposare ventisette donne e servirsi di uno sciamano in odore di truffa. E insieme un uomo la cui vita merita mille biografie, ma in cui neanche una è destinata a rendergli giustizia. Gibney, reduce da ben sette documentari dal 2010 ad oggi, sceglie la via più semplice, ma ha comunque il merito di avvicinare, anche solo superficialmente, il neofita all'universo Kuti. Poi starà a lui addentrarsi e smarrirsi nel suo cuore nero.