'Glimpes of cities' alla Città del Teatro
Un uomo, un emarginato venditore delle metropolitane, fa il suo ingresso in scena, cercando di vendere “ricordi”, di stimolare il pubblico ad entrare in una dimensione diversa, a riflettere su cosa hanno perduto nel caos generato dai ritmi frenetici delle città.
La megalopoli si offre come un complesso meccanismo di suoni ed immagini che si manifesta in forma di doppia proiezione invadendo pareti e pavimentazione dello spazio scenico, fino a decorare come un tatuaggio virtuale i volti e i corpi dei suoi abitanti. Volti che sono anche schermi di smart-phones, che con la loro presenza evidenziano il carattere della nuova identità digitale. Tutto appare distorto, come in un film distopico. Dal magma confuso della memoria emerge però d’improvviso il “ricordo”, il “particolare”, l’essenza di una cultura che riaffiora e che rivela una tradizione antica. L’individuo emerge dalla massa indistinta, difendendo la propria identità nella moltitudine, affermando la propria specificità di “essere vivente”.
In questo viaggio planetario il testo, interamente scritto da Nicola Pianzola, in tre lingue: italiano, inglese e spagnolo, affronta tematiche di forte attualità, attraverso l’esperienza vissuta dalla compagnia stessa, in luoghi problematici e di forte tensione politica, in diversi paesi del mondo tra cui la Corea del Sud, l’India, e il Messico. Tra i testi che hanno contribuito ad arricchire la fase ideativa del progetto, ne spicca uno in particolare, Le città invisibili di Calvino, che ha rappresentato in questi anni, un costante e poliedrico riferimento poetico e visivo.
Glimpes of Cities rappresenta la nostra visione critica sull’andamento della società globale, ma anche il tentativo di coglierne aspetti positivi legati al continuo movimento, ed in particolar modo al viaggio e allo spostamento, inteso in una accezione ampia sia fisica che virtuale.
La scena verrà costruita attraverso video proiezioni sovrapposte e mappate su solidi proiettabili, che disegneranno la città globale, una città della memoria che prende vita attraverso il racconto delle microstorie raccolte dalla compagnie nei differenti paesi del mondo.
Il primo studio è una presentazione dei materiali di lavoro raccolti, in forma performativa e narrativa.
Al termine Instabili Vaganti si tratterranno con i presenti per una conversazione sul percorso creativo del progetto in residenza.