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Pisa Book Festival, ci siamo: al via la tre giorni dedicata al libro

L'inaugurazione oggi alla presenza del sindaco e del presidente della Provincia: protagonista fino a domenica la piccola editoria indipendente. Spazio anche ai più piccoli

La IXª edizione del Pisa Book Festival è stata inaugurata oggi dal premio Nobel per la letteratura Gao Xingjian alla presenza dell’ambasciatore di Francia in Italia Jean-Marc de La Sablière, del sindaco di Pisa Marco Filippeschi, del presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, del presidente della Fondazione CariPisa Cosimo Bracci Torsi e della direttrice del Pisa Book Festival Lucia Della Porta.
“Oggi prende il via - ha detto il presidente della Provincia Pieroni - la Toscana dei libri, il coordinamento dei dodici festival regionali del libro, un incarico che ci è stato affidato dalla Regione Toscana, grazie all’esperienza del Pisa Book Festival”.
“Tra dieci giorni - ha dichiarato il sindaco di Pisa Marco Filippeschi - partiranno i lavori di recupero del Bastione San Gallo ed entro l’ottobre 2012 ci sarà così uno spazio ulteriore a disposizione del Pisa Book Festival”. Mentre nell’incontro con i bambini del Pisa Book junior, il primo cittadino ha ricordato come la “libertà della cultura sia uno dei principi fondamentali che reggono la democrazia”.

A margine della cerimonia, Gao Xingjian, esule cinese in Francia dal 1987 dopo Tiananmen, ha così commentato i recenti avvenimenti in Libia: “La guerra in Libia continua, non credo che la morte di Gheddafi sia la fine della storia. La mia esperienza in Cina mi ha insegnato che per avere la democrazia ci vogliono condizioni precise. Non sono così ingenuo da pensare che da un giorno all’altro si può passare da un regime dittatoriale alla democrazia”. E sulla situazione del nord Africa è intervenuta anche Muriel Augry, scrittrice francese che pubblica in lingua araba e che sabato alle 21 leggerà le sue poesie accompagnata dal musicista palestinese Taisir Masrieh: “La primavera araba è frutto anche di internet. Le foto della rivoluzione tunisina sono state fatte con il telefonino e messe su Facebook. In un attimo le conosceva tutto il mondo, soprattutto i giovani. Però quella araba rimane una rivoluzione troppo maschile, fatta soprattutto dagli uomini sia pure in favore dei diritti delle donne”.

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