Riccardo III al Teatro di Lari
Giunto alla quinta serata il Collinarea Festival presenta alle ore 21.15 al Teatro di Lari, in prima nazionale Riccardo III di e con Michele Sinisi, scritto con Francesco M.Asselta, ’progettofarsa’, così definito dagli autori, prodotto da Fondazione Pontedera Teatro e Teatro Minimo.
Il testo di Shakespeare si apre con un monologo di Riccardo che condensa l’intera vicenda. La narrazione che ne segue guarda all’aspetto più profondo, all’animo del personaggio e di chi gli sta intorno, degli altri personaggi e di noi stessi. Riccardo annuncia cosa farà, il perché, e con la sua “teatralità”, la sua deformità, alimenta in segreto il desiderio di conoscerlo.
Riccardo III diventa cattivo perché la vita gli ha tolto tanto. La cattiveria con cui invade la storia non è comodamente assoluta ma è generata dalla vita vissuta sotto il cielo, con le aspettative che questa tradisce, i sogni che non ci permette di realizzare. Le sottrazioni dell’animo di Riccardo si somatizzano e le ferite mostrano una diversa evoluzione della bellezza. C’è una forte nostalgia in quell’inizio perché niente è più doloroso della coscienza di ciò che non sarà più.
Lo spettacolo non racconta una storia ma la fa vedere. Il testo poi ha un ruolo musicale; va ascoltato più volte fino a comprenderlo sulla scena.
La serata si apre alle ore 19.15 al Salone del Castello di Lari con uno spettacolo in spagnolo Divino Pastor Góngora di e con Jorge Romero, tratto dal testo di Jaime Chabaud, che racconta di un artista itinerante, un creolo figlio dell’America Latina, terra ricca e giovane e allo stesso tempo oppressa oltre ogni limite. Alla fine del XVIII secolo la Chiesa lottava per tenere a freno la diffusione delle nuove idee che già iniziavano a circolare tra la popolazione: lo spirito della rivoluzione soffiava sulle nuove terre d’oltreoceano. Divino, suo malgrado, finisce col diventare simbolo della lotta per la liberazione dall’oppressione. Questo scatena l’ira dell’Inquisizione, che ordina di catturare e rinchiudere l’agitatore di folle in prigione. In cella Divino racconta ai suoi compagni i fatti che lo hanno portato lì, fa vivere sulla “scena” i vari personaggi che hanno segnato il suo destino: il racconto diventa la buffa confessione di un innocente in cui trovano posto poesie raffinate e canti popolari proibiti ai tempi dell’Inquisizione.
Segue alle ore 20.30 nella Piazza del Teatro il racconto una fiaba, La Lucina, dal racconto di Antonio Moresco, una fiaba per bambini e per anziani. Si rivolge infatti a questi due “stati” della vita umana, alternando momenti di ilarità a momenti duri con una sapienza letteraria unica.
Lo spettacolo, presentato a Lari in anteprima nazionale vede in scena Giovanni Balzaretti accompagnato dalle musiche dal vivo di Andrea Pellegrini, con la produzione di Teatro Agricolo.
Ultimo spettacolo della serata alle ore 22.15 al Castello di Lari è “Testa di Rame” di Gabriele Benucci e Andrea Gambuzza, in scena Ilaria Di Luca e lo stesso Andrea Gambuzza. La regia è di Omar Elerian e la produzione Orto degli Ananassi / Achab.
“Testa di Rame” è la storia di Scintilla e di Rosa.
A Livorno, nel 1945, i palombari erano gli eroi della porta accanto, più soliti al silenzio dei pesci che alle ragioni di un interrogatorio. Il loro compito era recuperare relitti e munizioni dal fondo del mare per ricostruire il porto e cancellare i segni della guerra. Erano marinai di terra, con una donna ad aspettarli a casa e sirene pronte ad incantare le giornate al largo. Tranne Scintilla. Scintilla è legato a Rosa come un’ancora al suo fondale, come il mare alla terra che lo contiene e lo muove. E Rosa non è una Penolope, ma una donna vigorosa che lo tiene legato a sé con la forza e la naturalezza del vento di libeccio. I due monologhi raccontano le paure e le passioni di un uomo e una donna messi in stato di fermo, la durezza della vita, la profondità schietta di due persone vere che, dalla tempesta che tutto frantuma, riescono a salvare un rapporto d’amore viscerale, come un palombaro con il suo tesoro.
A partire dalle 23.30, Andrea Cramarossa del Teatro delle Bambole condurrà una serie di incontri con artisti nella sezione Empatica: il CollinArea Restaurant (apertura ore 19.30) di via Dante si trasformerà in un luogo in cui conoscere il teatro oltre il palco, per interagire con la persona/attore.
Durante la giornata si svolgeranno i laboratori del Festival.
Il Diario di Bordo del festival sarà a cura di Andrea Ciommiento per PaneAcquaCulture.