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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Hotel Santa Croce in Fossabanda, Scaramuzzino (Sel): "E la Normale?"

La vicenda sarà discussa nel prossimo consiglio comunale di giovedì 17 gennaio. Il consigliere di Sinistra Ecologia Libertà chiede se il progetto di riqualificazione della struttura è pronto oppure no

Presentata questa mattina dal capogruppo in consiglio comunale di Sel, Carlo Scaramuzzino un question time sulla chiusura dell’Hotel Santa Croce in Fossabanda. "Dal mese di novembre - così scrive Scaramuzzino - l’Hotel Santa Croce in Fossabanda è chiuso. La COPISA, concessionaria del bene, lo ha restituito al Comune. A questa situazione si è giunti dopo tre anni di confronto tra il Comune, proprietario dell’albergo (ristrutturato nel 2000 con i fondi per il Giubileo) e la Copisa. Questa, nel febbraio 2009, aveva formalmente avanzato la richiesta di riduzione del canone concessorio, considerato troppo oneroso rispetto alle condizioni di mercato e, successivamente, nel settembre dello stesso anno, di fronte al diniego del Comune, aveva presentato disdetta del contratto nei termini di legge. Dal 2003 al 2012 il canone complessivo è stato di oltre 4 milioni di euro. Fu la giunta (Del. GM n.64 del 16 marzo 2010) a dare mandato alla COPISA di gestire (e custodire) il bene in attesa di decidere il da farsi (indire una nuova gara, alienare l’immobile). Al momento l’immobile è tra quelli elencati nel piano triennale delle alienazioni, e quindi da vendere. Nel febbraio dello scorso anno si era parlato di un interesse della Scuola Normale Superiore ad acquisire la struttura, da riusare come foresteria. Tant’è che nel mese di marzo il Comune aveva chiesto formalmente a Copisa la restituzione del bene".

"In questo quadro di stato d’abbandono e possibile deterioramento del bene - così continua l’esponente di Sel - chiedo al sindaco Filippeschi di conoscere quale valutazione ha determinato la scelta di far cessare nel complesso di Santa Croce l’attività alberghiera, che pure ha dato e  può dare un utile netto annuale di alcune centinaia di migliaia di euro, con la conseguente perdita di posti di lavoro, e quale è al momento lo stato dei rapporti con la Scuola Normale Superiore e perché la giunta ritiene che possa essere elusa la procedura di evidenza pubblica per l’alienazione del bene".

"Dal momento che l’assessore ai Lavori pubblici - così conclude Scaramuzzino -  ha avuto modo di dichiarare nella primavera scorsa che comunque, prima di vendere il bene, sarebbe stato necessario approvare un progetto di riqualificazione della struttura, chiedo di sapere se tale progetto, a distanza di 10 mesi,  è stato redatto”.

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