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Commercio: dal Pd un invito ai Comuni a procedere con la concertazione e con le ordinanze

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Non siamo convinti che si possa uscire dalla crisi liberalizzando in maniera selvaggia i giorni e gli orari di apertura degli esercizi commerciali. A dispetto delle tante informazioni fuorvianti che circolano in questo periodo, non crediamo che trovando il punto vendita della grande distribuzione aperto a Natale e a Pasqua il cittadino-consumatore possa trarre un vantaggio. Anzi: l'impatto negativo di provvedimenti di questo tipo rischia di essere molto forte, sia sotto l'aspetto economico-occupazionale che culturale. In questi anni in Toscana è stato raggiunto un punto di equilibrio importante tra le esigenze della grande distribuzione, quelle dei negozi di vicinato e quelle dei consumatori, e non tenerne di conto sarebbe sbagliato. La Regione, anche con l'ultimo provvedimento, ha già allargato le possibilità di apertura: si può stare aperti fino a 13 ore al giorno, ai singoli Comuni sono consentite ulteriori deroghe e solo 8 festività l'anno sono per fortuna salvaguardate interamente: 25 e 26 dicembre, 1 gennaio, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile, 1 maggio e 15 agosto. Davvero qualcuno pensa che aprendo sempre e comunque aumenteranno i consumi dei cittadini? Noi crediamo di no. Le grandi aziende dovrebbero sopportare costi maggiori, quelle piccole, soprattutto a conduzione familiare, soffrirebbero una concorrenza insostenibile e le condizioni di lavoro di dipendenti e commercianti sarebbero peggiori. Siamo anche convinti che in ogni realtà del nostro territorio sia necessario arrivare, attraverso la concertazione tra Enti locali, categorie economiche e organizzazioni sindacali, a predisporre ordinanze che tengano conto degli interessi di tutti i soggetti interessati: grandi aziende, piccole aziende e cittadini. Un riferimento normativo c'è: è la Legge Finanziaria della Regione Toscana, suffragata dalla circolare esplicativa, che ribadisce come la materia sia di stretta competenza regionale. In questo senso troviamo corretto il ricorso annunciato dal presidente Rossi contro la decisione del Governo, a tutela delle prerogative che il titolo V della Costituzione assegna alle Regioni.

Francesco Nocchi
(Segretario Provinciale Pd)

 

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