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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Consiglio provinciale aperto: “Nuovo assetto istituzionale delle Province”

Si fa presto a dire: tagliamo le Province. E poi?

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Di certo c’è che a partire dal 2010, per effetto dei tagli ai trasferimenti (6.800.000 euro) e alla capacità di spesa delle Provincia (10.700.000 euro), il Bilancio dell'Ente ha registrato minori disponibilità per 17.500.000 di euro.
L’ultimo macigno, il decreto 201/2011, con una riduzione dei trasferimenti per 3.100.000, ha costretto la Provincia a predisporre una variazione di bilancio per riuscire a salvaguardare il piano di investimenti per il 2012 destinati alla messa in sicurezza di scuole e rete viaria provinciale.

L’obiettivo è stato centrato grazie ad un’operazione, iniziata da tempo, di riduzione delle spese per il personale, diminuite dal 2009 di 1 milione e mezzo di euro; e più del doppio sono calate quelle generali e di servizio, ma soprattutto le uscite per i rimborsi dei mutui sono state tagliate di ben 6 milioni e 322.000 euro. Uno sforzo rilevante, perché al contempo i trasferimenti alla Provincia, come detto, sono stati ridotti del 42% (biennio 2011-12). In un contesto così difficile la Provincia di Pisa ha programmato investimenti per quest’anno pari a 82.000.000 euro su viabilità, edilizia scolastica e difesa del suolo.

“Le Province rappresentano solo 1,35% della spesa pubblica complessiva del paese e i costi della politica ammontano ad appena l’0,9% - sottolinea il presidente Andrea Pieroni – e non da oggi siamo impegnati per contribuire ad un profondo processo di riordino istituzionale con un percorso di riduzione degli sprechi nella spesa; tuttavia svuotare l’istituzione fino alla sua scomparsa produrrebbe la fine di questo proficuo processo, l’esplodere di nuovi costi e soprattutto di effetti negativi su cittadini e imprese”.

“Il personale trasferito alla Regione e il passaggio di competenze su strade, scuole, sicurezza idraulica e lavoro – continua Pieroni – avrebbe un impatto certo sulla spesa pubblica stimato in almeno il 25% in più. Trasferire funzioni e risorse renderebbe ancor più arduo il rispetto delle condizioni di sostenibilità del patto di stabilità di Regione e Comuni. Per non parlare delle difficoltà a computare e trasferire il patrimonio e il demanio delle Provincia: chilometri di strade, edifici scolastici, centri per l’impiego, sedi, edifici storici, partecipazioni azionarie dotazioni strumentali, ecc.”.

Quello che preoccupa il presidente della Provincia di Pisa è inoltre l’effetto sull’economia locale. “Non credo che il Governo e i cittadini vogliano il blocco degli investimenti programmati: non ci si rende conto che l’eliminazione con un tratto di penna delle Province comporterebbe che i mutui contratti per realizzare strade e scuole, per esempio, dovrebbero non senza problemi di fattibilità essere trasferiti a Regione e Comuni, e ciò certamente ostacolerà i diversi progetti, anche pluriennali”.
“Chiediamo dunque una vera riforma – conclude Pieroni – che preveda un intervento immediato di razionalizzazione delle Province attraverso la riduzione del numero delle amministrazioni: la razionalizzazione dovrà essere effettuata in ambito regionale, con la previsione di accorpamenti tra Province, mantenendo comunque saldo il principio democratico della rappresentanza dei territori, con organi di governo eletti dai cittadini e non nominati dai partiti”.

L’Unione Province Italiane propone una “ridefinizione e razionalizzazione delle funzioni in modo da lasciare in capo alle Province esclusivamente le funzioni di area vasta; l’eliminazione di tutti gli enti intermedi strumentali (agenzie, società, consorzi) che svolgono impropriamente funzioni che possono essere esercitate dalle istituzioni democraticamente elette previste dalla Costituzione; l’istituzione delle Città metropolitane come enti per il governo integrato delle aree metropolitane; il riordino delle amministrazioni periferiche dello Stato, legato al riordino delle Province e la destinazione dei risparmi conseguiti con il riordino degli enti di area vasta ad un fondo speciale per il rilancio degli investimenti degli enti locali”.
Il decreto Salva Italia prevede un risparmio ipotetico di 65 milioni di euro. Le Province italiane, con una proposta specifica di riforma, ha invece stimato un risparmio certo di almeno 5 miliardi di euro, da qui ai prossimi 6 mesi. 2,5 miliardi verranno dalla riorganizzazione degli uffici periferici dello Stato, 1,5 miliardi dalla cancellazione delle società e degli enti strumentali, 1 miliardo dalla riduzione e dall’efficientamento delle Province. Sono numeri importanti, ma soprattutto dimostrano la piena volontà delle Province di sostenere concretamente il Governo nel percorso di riforma del Paese.

 

 

I punti chiave della Proposta dell’UPI

- Ciascuna provincia deve avere una dimensione adeguata dal punto di vista demografico, territorialeed economico, per l’esercizio delle funzioni fondamentali previste dalla Legge sul federalismo fiscale.

- Per razionalizzare le circoscrizioni territoriali, lo Stato e le Regioni a Statuto speciale procedono alla riduzione del numero delle Province e alla ridefinizione delle circoscrizioni provinciali, anche in conseguenza dell’istituzione delle città metropolitane.

- Conseguentemente alla nuova delimitazione delle circoscrizioni provinciali e metropolitane, vengono accorpati gli  uffici territoriali del governo.

- Si prevede che  le funzioni amministrative siano esercitare dai Comuni, dalle province e dalle città metropolitane:  si eliminano quindi tutti gli  enti o le agenzie statali, regionali e degli enti locali.

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