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Sabato, 20 Aprile 2024
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Leopolda, Fare Politiche si interroga: "Qual è lo spazio per il riformismo democratico oggi?"

Una serata di riflessione e dibattito quella di mercoledì scorso alla Stazione Leopolda, dove l’associazione Fare Politiche ha organizzato un evento dedicato al riformismo democratico e al suo futuro (e al suo presente) al tempo dei populismi e dei sovranismi. Tanti i partecipanti, anche della classe dirigente attuale e passata.
"Qual è lo spazio per il riformismo democratico oggi? - ha chiesto Andrea Pieroni, consigliere regionale ed ex presidente della Provincia di Pisa - il centrosinistra, per tornare ai livelli di attrattività del 2008 e del 2014, deve radicarsi sui territori e tornare a parlare con la gente". Un compito, questo, che per il Partito democratico e i propri alleati sarà irrinunciabile soprattutto in Toscana. "È proprio nella nostra Regione che si è verificato un vero e proprio terremoto politico - ha spiegato Pieroni - e io confido che il centrosinistra si rilanci già a partire dalle prossime elezioni amministrative".

Ad analizzare il quadro dei populismi in chiave storica, nel dibattito portato avanti da Valerio Martinelli, presidente di Fare Politiche, è stato il professor Michele Battini. "Il populismo sempre è qualcosa di negativo - ha commentato la professoressa Nadia Urbinati della Columbia University - nella storia, spesso, è stata rivendicazione delle classi popolari contro le oligarchie". Oggi, però, il fenomeno populista è completamente cambiato rispetto alle sue manifestazioni precedenti. "In una situazione destrutturata come quella attuale, anche i partiti ne risentono - ha continuato - per questo emergono i leader, che accentrano su sé stessi tutto il potere in forma plebiscitaria".
"Siamo di fronte ad una disintermediazione diffusa, non esistono più ancoraggi culturali né corpi intermedi - ha spiegato Antonio Floridia, responsabile dell’Ufficio elettorale della Regione - per il centrosinistra è fondamentale definire gli interessi sociali che vuol rappresentare". In una Toscana che, dopo il 4 marzo dello scorso anno, non è più 'Regione rossa'. "Lo avevo già scritto agli inizi del Duemila - ha concluso Floridia - e oggi questa è la realtà: un partito di centrosinistra che oggi vuol tornare a vincere deve plasmare una nuova cultura politica".

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